Home » Covid-19, report monitoraggio regioni: “In Italia 26 casi di variante Omicron, ma Delta predominante”
Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità il risultato del monitoraggio degli indicatori per la Fase 2 relativi alla settimana tra il 29 novembre e il 5 dicembre 2021, presentati dal Prof. Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.

Roma, 10 dicembre 2021

Continua a crescere l’incidenza di casi di Covid-19 nel nostro Paese, e la cifra raggiunge i 176 casi per 100.000 abitanti. Per quanto riguarda l’Rt, invece, la situazione è più o meno stabile, siamo intorno a 1,18, quindi ancora ben al di sopra dell’unità. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di Terapia intensiva è rispettivamente al 10,6 e all’8,5%, quindi ben al di sotto, anche se di poco, della soglia critica, che viene invece superata in almeno tre regioni italiane. La variante Delta è ancora la variante predominante nel nostro Paese, però in altri paesi europei incomincia a circolare anche la cosiddetta variante Omicron, le cui caratteristiche sono ancora in fase di studio. Per quanto riguarda il nostro Paese sono stati fino ad ora segnalati 26 casi di questa variante. Data la situazione epidemiologica e la circolazione di varianti emergenti, è importante continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, è importante anche rafforzare le misure quarantenarie nei contatti stretti dei casi e, soprattutto, accelerare la campagna vaccinale con la dose di richiamo.

Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.

Punti chiave:

Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 29 novembre – 5 dicembre 2021. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella seconda decade di novembre.

Si registra ancora un forte aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 162 per 100.000 abitanti (29/11/2021 – 5/12/2021) vs 140 per 100.000 abitanti (22/11/2021 – 28/11/2021), dati flusso ISS, al di sopra della soglia settimanale di 150 casi ogni 100.000 abitanti.

Nel periodo 16 novembre – 29 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18 (range 1,06 – 1,24), leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente ma al di sopra della soglia epidemica. É in lieve diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,07 (1,03-1,11) al 29/11/2021 vs Rt = 1,09 (1,05-1,12) al 23/11/2021). Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 8,2% e in aumento rispetto alla settimana precedente (rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 6/12/2021); il numero di persone ricoverate passa da 683 (30/11/2021) a 743 (6/12/2021). Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta ed è pari al 9,9%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in aumento da 5.227 (30/11/2021) a 5.879 (6/12/2021).

20 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, cinque Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020. Una regione è classificata a rischio basso.

12 Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Nessuna Regione/PA riporta molteplici allerte di resilienza.

In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (37.278 vs 30.966 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (34% vs 33% la scorsa settimana). È in forte diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (40% vs 45%), mentre è in aumento la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (26% vs 22%).

Una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti.

È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale.

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