Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità il risultato del monitoraggio degli indicatori per la Fase 2 relativi alla settimana tra il 12 e il 18 ottobre 2020.
Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.
Roma, 23 Ottobre 2020
“Cresce notevolmente e rapidamente il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese e aumentano purtroppo i ricoveri ospedalieri e quelli in Terapia Intensiva. Aumenta gradualmente anche il numero di focolai che si rilevano a livello scolastico e soprattutto vanno poste sotto attenzione quelle che sono le attività extrascolastiche. Dato il contesto epidemiologico è importante continuare a tenere comportamenti prudenti quali il distanziamento fisico, l’uso costante delle mascherine e il lavaggio delle mani e naturalmente data la situazione è importante anche limitare di uscire da casa lo stretto necessario“.
Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.
Punti chiave:
• Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 12‐18 ottobre 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi, e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.
• Si continua a osservare un forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg a 146,18 per 100.000 abitanti (periodo 5/10-18/10) (vs di 75 per 100.000 abitanti nel periodo 28/9‐11/10). Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è passato da 15.189 (periodo 28/9‐11/10) a 27.114 (periodo 5/10‐18/10).
• L’aumento di casi è diffuso in tutto il Paese, con tutte le Regioni/PPAA che riportano un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso MdS). Questa settimana, soltanto uno su quattro dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. Scende anche la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (25,8% vs 31.1% della settimana precedente). Nel 16,9% dei casi non è stato riportato l’accertamento diagnostico.
• Nel periodo 01 – 14 ottobre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,50 (95%CI: 1,09 – 1,75). Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono riportati segnali di allerta della resilienza dei servizi territoriali in tutte le Regioni/PA.
• L’epidemia è in rapido peggioramento e compatibile complessivamente con un scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane: si riscontrano infatti valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane e segnali che si riesca solo modestamente a limitare il potenziale di trasmissione di SARS-CoV‐2. Si osserva una rapida crescita dell’incidenza, impossibilità sempre più frequente di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e rapido aumento del carico sui servizi assistenziali con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica.
• Sono complessivamente 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi, quindi anche se sono in aumento i focolai attivi, per la prima volta in undici settimane è in diminuzione il numero di nuovi focolai (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi di cui 1.749 nuovi). Questa diminuzione è probabilmente dovuta al forte aumento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare un link epidemiologico: sono stati segnalati 23.018 casi non associati a catene di trasmissione note (vs 9.291 la settimana scorsa) che corrisponde al 43,5% del totale di casi notificati questa settimana. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (106/107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%) che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale e non il reale motore dell’epidemia.
• Questa settimana sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione). È tuttavia chiaro che le attività extra e peri‐scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste.
• Questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (7.131 vs 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva nei giorni 18/10 e 11/10, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni/PPAA sopra 10% in entrambe le aree. Se l’andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose Regioni/PPAA raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo.
Conclusioni:
• La situazione descritta in questo report evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di numerose Regioni/PA.
• L’evidenza di casi rapidamente in aumento con Rt nazionale di 1.5 nel suo valore medio e significativamente sopra 1 indicano una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane.
• Il carico di lavoro non è più sostenibile sui servizi sanitari territoriali con evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione ed aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi (che superano per la prima volta questa settimana quello dei casi identificati tramite contact tracing).
• Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione
delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel documento “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno‐invernale”.
• È fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo quando non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa quanto più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico‐sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.
• Si invitano nuovamente le Regioni/PA a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub‐regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento “Prevenzione e risposta a Covid‐19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno‐invernale” trasmessa con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732, in raccordo con il Ministero della Salute.
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