Home » Covid 19: quali danni ai polmoni?

Il Covid-19 può condurre a danni enormi al tratto respiratorio e a un’insufficienza polmonare fatale. Quali danni provoca ai polmoni? Ne parliamo con Ettore Panascia, direttore di Anestesia e Rianimazione del Policlinico “Gaspare Rodolico – San Marco” di Catania.


QUALI SONO I SINTOMI RESPIRATORI DEL COVID-19?

La patologia più diffusa è un’infezione respiratoria acuta che compare improvvisamente con almeno uno tra i seguenti sintomi: febbre sopra i 37,5°C, tosse e difficoltà respiratoria. Comincia a mancare l’ossigeno e il respiro si fa affannoso.

Se l’infiammazione persiste, può formarsi tessuto cicatriziale, fibrosi, che sostituisce gli alveoli. Si va incontro a una vera e propria polmonite interstiziale grave. Via, via, che questo processo avanza, la respirazione si fa sempre più difficile.

QUALI SONO I DANNI AL TRATTO RESPIRATORIO CAUSATI DAL COVID-19?

Secondo il dott. Panascia, è scientificamente dimostrato che il virus ha un tropismo per l’apparato respiratorio, localizzandosi nelle prime vie respiratorie come la trachea e la laringe. Successivamente, si diffonde ampiamente nei polmoni, causando danni significativi. Mentre il virus si diffonde, è possibile trovare la sua presenza nel tampone molecolare, ma a volte non è ancora migrato nelle parti più profonde del polmone.

COVID-19 E DANNI AI POLMONI: QUALI SONO I DANNI STRUTTURALI IRREVERSIBILI?

Il danno ai polmoni causato dal Covid-19 è sempre strutturale e irreversibile. Ciò significa che non c’è possibilità di rigenerazione dei tessuti danneggiati, portando a un’unità funzionale compromessa degli alveoli. Questa condizione può essere paragonata a un polmone “masticato”, in cui la normale struttura polmonare è compromessa in modo permanente.

QUALI SONO LE DIFFERENZE RISPETTO AD ALTRE FORME DI INSUFFICIENZA RESPIRATORIA?

Secondo il Dott. Pana Scia, i danni ai polmoni causati dal Covid-19 si distinguono dalle altre forme di insufficienza respiratoria. I sintomi delle infezioni polmonari non tubercolari sono febbre, calo di peso, tosse, astenia stanchezza psicofisica generalizzata, disturbi gastrointestinali, sudorazione notturna e presenza di sangue nell’espettorato.

Mentre altre patologie respiratorie come la polmonite possono portare a un miglioramento nel corso del tempo, nel caso del Covid-19, i danni ai polmoni non regrediscono. Anche il precedente SARS, avvenuto 11 anni fa, lasciava segni ma non causava una devastazione simile ai polmoni.

QUALI SONO GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE SUGLI  ALTRI ORGANI?

Oltre ai danni polmonari, il Covid-19 può colpire anche altri organi. Si sono riscontrati casi di miocardite, epatite e insufficienza renale nei pazienti guariti. Quello che si è visto dai primi dati raccolti è una ridotta distensibilità del cuore che diventa meno “elastico” e questo, in futuro, potrebbe predisporre una maggiore facilità allo scompenso cardiaco.

In aggiunta, ci sono le aritmie, legate a esiti infiammatori o fibrotici, che possono comparire a distanza di tempo. Inoltre, il sistema nervoso centrale può essere colpito, causando difficoltà cognitive e fisiche nei sopravvissuti.

QUAL È LA TERAPIA E QUANTO È IMPORTANTE LA PREVENZIONE?

Il dott. Panascia sottolinea l’importanza della prevenzione e del vaccino contro il Covid-19. Secondo lui, non si può prescindere dal vaccino, considerando che è stato ampiamente testato e somministrato a miliardi di persone in tutto il mondo, con effetti collaterali minimi. La terapia potrebbe richiedere, durante i primi giorni, il ricorso all’ossigenoterapia anche a domicilio. O, come scenario più avveniristico, il ricorso alle cellule staminali mesenchimali e alle sostanze da esse prodotte.  

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