Essere ricoverato in ospedale è per un bambino, di qualsiasi età, una grandissima fonte di stress. Per quante attenzioni la famiglia gli possa riservare in un momento così difficile, in lui prevalgono sentimenti e manifestazioni di insicurezza, paura, ostilità, rabbia. Come fare a rassicurare un bambino? Ne parliamo con la pedagogista Francesca Macca
COM’È L’ESPERIENZA DEL BAMBINO OSPEDALIZZATO?
L’esperienza di essere un bambino ospedalizzato può essere fonte di disagio e trauma per il piccolo paziente. Il cambiamento improvviso dall’ambiente familiare, la perdita di privacy e l’affrontare la malattia e gli esami medici possono mettere a dura prova le capacità individuali del bambino. Durante questo periodo, i bambini ospedalizzati possono sperimentare diversi sentimenti e reazioni.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEI SENTIMENTI DEL BAMBINO OSPEDALIZZATO?
Le reazioni emotive dei bambini ospedalizzati possono variare in base all’età. Nei bambini più piccoli, è comune osservare un aumento del pianto e del bisogno di attaccarsi in modo eccessivo alla figura materna. Negli adolescenti, invece, è tipico un atteggiamento di chiusura e la tendenza a non affrontare serenamente questa situazione particolare. Altri sentimenti comuni includono l’aggressività, l’irrequietezza, la diffidenza e l’ansia. È fondamentale che i genitori siano consapevoli di questi sentimenti al fine di affrontarli adeguatamente.
QUALE DEVE ESSERE IL COMPORTAMENTO DEI GENITORI IN QUESTI CASI?
Il comportamento dei genitori gioca un ruolo significativo nel modo in cui il bambino affronta il disagio ospedaliero. I bambini considerano i loro genitori come punti di riferimento e, quindi, percepiscono la preoccupazione e l’ansia dei genitori. Anche se si tende a pensare che i bambini non riescano a comprendere appieno la malattia, in realtà essi percepiscono e avvertono tutto ciò che accade loro.
Di conseguenza, i genitori dovrebbero cercare di essere sereni e di comunicare in modo adeguato con il bambino. È essenziale fornire informazioni veritiere, adattandole all’età e alle capacità cognitive del bambino. Questa comunicazione aperta contribuisce a creare un’alleanza terapeutica tra il bambino, i genitori e il personale medico.
COME SI PREVENIRE IL DISAGIO DEL BAMBINO OSPEDALIZZATO?
Il disagio del bambino ospedalizzato può essere mitigato attraverso alcune strategie preventive. In primo luogo, i genitori dovrebbero cercare di affrontare l’ospedalizzazione del bambino con serenità, anche chiedendo aiuto a figure esterne come i pedagogisti. È importante preparare il bambino all’ingresso in ospedale e agli esami diagnostici che dovrà affrontare.
Questa preparazione dovrebbe essere personalizzata in base alle caratteristiche specifiche del bambino. Inoltre, è fondamentale comunicare in modo chiaro e veritiero con il bambino, fornendo informazioni che lo aiutino a comprendere il processo di cura. Studi scientifici hanno dimostrato che i bambini informati affrontano l’ospedalizzazione in modo più sereno e presentano minori conseguenze post traumatiche.
QUAL’ È IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE IN AMBITO SANITARIO?
L‘informazione e la comunicazione giocano un ruolo cruciale nel contesto sanitario. I bambini ospedalizzati devono essere informati e consapevoli di ciò che stanno affrontando. Questo contribuisce a ridurre l’estraneità dell’ambiente ospedaliero e garantisce una maggiore comprensione del processo di cura. L’informazione e la comunicazione adeguate favoriscono anche la creazione di un legame terapeutico tra il medico, il personale sanitario, il bambino e i genitori.
QUAL È IL RUOLO DEL PEDAGOGISTA NELLA GESTIONE DEL DISAGIO?
Il pedagogista, esperto nell’educazione e nella comunicazione, svolge un ruolo centrale nel processo di cura del bambino ospedalizzato. Il suo compito è quello di creare un percorso personalizzato che includa il gioco e una comunicazione adeguata alle esigenze del bambino. Questo professionista supporta non solo il bambino, ma anche i genitori e il personale sanitario, facilitando un ambiente più sereno e confortevole per tutti i soggetti coinvolti.
Aggiungi un commento