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Come il cannabidiolo agisce sul sistema endocannabinoide

Il cannabidiolo (CBD) è una sostanza “regolatrice” del nostro sistema endocannabinoide. Il CBD modula dei meccanismi che già sono esistenti e in atto nel nostro organismo.

di Melania Sorbera

Il cannabidiolo (CBD) agisce indirettamente sui recettori del sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) nello specifico non agisce su una particolare patologia: è una sostanza “regolatrice” del nostro sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) modula dei meccanismi che già sono esistenti e in atto nel nostro organismo.

In sostanza, nel momento in cui si attua uno squilibrio o uno scompenso nel sistema endocannabinoide, la modulazione provveduta dal cannabidiolo (CBD) – che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio – tende a ripristinare l’equilibrio originario.

Il cannabidiolo (CBD) comporta una modulazione indiretta di una alterazione del sistema endocannabinoide umano provocata da patologie o traumi.

Cannabinoidi: quali sono le tipologie e che differenze ci sono?

Cannabinoidi endogeni (endocannabinoidi)
I cannabinoidi endogeni sono composti organici che si generano all’interno dell’organismo e agiscono nell’ambito del sistema nervoso centrale e periferico. Si tratta, di fatto, di una classe di messaggeri lipidici capaci di interagire con i recettori cannabinoidi che costituiscono il sistema endocannabinoide. Per il momento sono cinque gli endocannabinoidi noti alla comunità scientifica: anandamine, arachidonoglicerolo, noladin, virodamina, N-arachidonoildopamina.

Cannabinoidi naturali (fitocannabinoidi)
I fitocannabinoidi sono presenti nella pianta di Cannabis e sono concentrati nella sua resina viscosa. Per il momento, la ricerca scientifica è riuscita a identificare come minimo 113 diversi cannabinoidi presenti nella cannabis. La scienza ha studiato – e continua a studiare – in particolare i tre fitocannabinoidi più abbondanti nella pianta di cannabis: il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il cannabidiolo (CBD) e il cannabinolo (CBN). Oltre ai tre cannabinoidi principali, è necessario considerare la presenza del cannabigerolo (CBG): un cannabinoide non psicoattivo scoperto nel 1964. Il cannabigerolo (CBG) è composto dall’acido cannabigerolico (CBGA). Questo, nel corso della maturazione della pianta, può trasformarsi grazie all’azione di alcuni enzimi negli altri cannabinoidi già citati.

Cannabinoidi sintetici
Sono i cannabinoidi realizzati in laboratorio per poi essere impiegati a scopo terapeutico come componente di vari farmaci. I cannabinoidi sintetici simulano le caratteristiche degli endocannabinodi, interagendo con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide dell’organismo.

Sistema Endocannabinoide e Metabolismo

Il tema della correlazione tra Cannabis e metabolismo non è certo una cosa recente, partendo dal fenomeno cosìddetto della “fame chimica” c’è sempre stato un certo interesse nel capire quali potessero essere gli effetti e gli sviluppi della ricerca in questo ambito.

Lo studio del sistema endocannabinoide quindi è utile per comprendere il crescente fenomeno delle malattie metaboliche e dell’obesità legate ad uno stile di vita ed ad un’alimentazione poco sana che nel tempo sfociano in sovrappeso, diabete, dislipidemie, disturbi cardio-circolatori, ipertensione, infarti e ictus.

Uno degli aspetti più importanti da considerare è che il ruolo principale del recettore CB1 nel cervello è quello di regolare il rilascio di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e glutammato. Il recettore CB1 è quindi direttamente coinvolto nei circuiti del piacere, fra cui l’appetito.

Quali sono gli effetti che il CBD riesce ad esprimere grazie al Sistema Endocannabinoide?

Diverse sono le proprietà terapeutiche attribuite al CBD. Alcune di queste sono ampiamente sostenute da ricerche scientifiche, altre sono frutto delle esperienze dei consumatori che nel mondo ne apprezzano convintamente le qualità. Vediamone alcune:

Proprietà analgesiche e anti-infiammatorie: riduce la percezione del dolore grazie alla sua azione sul sistema endocannabinoide presente nel corpo umano. I cannabinoidi si legano infatti ai recettori presenti nel cervello e stimolano risposte in diverse zone del corpo, favorendo meccanismi neurologici benefici.

Proprietà ansiolitiche: è stato dimostrato che mitiga i sintomi associati al Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) e al Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), che secondo diverse ricerche sono causati anche da una carenza di anandamide nel sistema endocannabinoide umano.

Proprietà neuroprotettive: Il cannabidiolo ha dimostrato avere una potenziale azione di riduzione dello stress ossidativo che può colpire le cellule cerebrali, grazie anche alle sue proprietà antinfiammatorie.

Proprietà antipsicotiche: alcune prove scientifiche suggeriscono che il cannabidiolo aiuta a trattare la schizofrenia ed altri problemi di salute mentale, come il disturbo bipolare.

Proprietà antiemetiche: gli oli di CBD possono facilmente ridurre questo disturbo, trattando efficacemente i sintomi di rigetto. Gli oli di CBD sono facilmente digeribili, non contengono componenti chimici e non sprigionano i sapori sgradevoli dei normali farmaci antiemetici, ricchi di antiacidi e bismuto.

Proprietà anticonvulsivanti: il CBD sarebbe molto efficace nella terapie per trattare alcune forme di epilessia infantile, tra cui la Sindrome di Dravet.

Proprietà energizzanti e antiossidanti: noto per i suoi effetti calmanti, il CBD offre anche proprietà energizzanti, grazie alla sua azione detossinanate e alla capacità di rafforzare le cellule del corpo umano, contribuendo alla loro corretta rigenerazione. È anche un ottimo antiossidante, secondo uno studio del 2008, addirittura migliore delle vitamine C e E.

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