La diagnosi di reflusso gastroesofageo è di fondamentale importanza per poter fornire un trattamento adeguato a questo disturbo. Vediamo quali sono i metodi utilizzati.
COS’È IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO?
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo comune che coinvolge il passaggio dei contenuti dello stomaco all’esofago, causando sintomi spiacevoli come:
• bruciore di stomaco
• rigurgito acido
• bruciore dietro il petto
• dolore o fastidio allo stomaco
• sensazione di pesantezza
• gonfiore
• nausea o vomito.
DIAGNOSI E TERAPIA
Esistono diversi metodi per distinguere questa condizione da altri disturbi simili ed è di fondamentale importanza avere una diagnosi corretta per approntare una terapia adeguata. Uno dei test più comuni è provare con la somministrazione degli inibitori di pompa protonica, farmaci gastroprotettori che si assumono per ridurre la produzione di acido cloridrico nello stomaco, per circa due settimane.
Se i sintomi migliorano o scompaiono durante questo periodo, la diagnosi di reflusso può dirsi confermata, se persistono o se sono presenti sintomi “di allarme” come dimagrimento, debolezza o anemia, possono essere necessari ulteriori esami diagnostici.
• L’esofago-gastroduodenoscopia è un esame che consente di visualizzare direttamente l’esofago, lo stomaco e il duodeno utilizzando una sonda dotata di telecamera e fonte luminosa. Questo test può rilevare eventuali anomalie strutturali o lesioni nell’apparato digerente superiore.
• La pH-impedenziometria delle 24 ore è un altro esame che viene eseguito quando l’esofago-gastroduodenoscopia non produce risultati chiari. Questo test prevede l’introduzione di un sondino attraverso il naso fino all’esofago per registrare l’eventuale rigurgito di contenuto gastrico nell’esofago stesso nel corso di 24 ore. Questo aiuta a valutare la quantità e la frequenza del reflusso acido.
• La manometria esofagea è un esame che utilizza un sondino introdotto attraverso il naso e collegato a un computer per monitorare i movimenti dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore. Questo test è utile per valutare la funzionalità e la motilità dell’esofago.
• Altri esami diagnostici includono l’esame radiologico del tubo digerente, che utilizza un liquido di contrasto per visualizzare l’anatomia e la funzione dell’esofago, dello stomaco e delle prime parti dell’intestino tenue, e la gastroscopia, EGDS, che consente di esaminare l’esofago, lo stomaco e il duodeno attraverso l’introduzione di uno strumento flessibile dotato di telecamera e possibilità di prelievi di mucosa, attraverso la biopsia.
• Un’altra opzione diagnostica meno invasiva è il GastroPanel, un esame del sangue che valuta la struttura e la funzione dello stomaco. Questo test fornisce informazioni sullo stato della mucosa gastrica, la presenza di infezione da Helicobacter pylori e l’assenza di acido nello stomaco. Il GastroPanel può anche valutare il rischio di carenza di vitamina B12 o di micronutrienti.
di Melania Sorbera
[…] italiani su 10 soffrono di disturbi gastrointestinali: tra i sintomi più frequenti il reflusso gastroesofageo, che accomuna oltre il 44% dei connazionali, seguito dal bruciore di stomaco (36,8%), dolore […]