Chirurgia robotica: 100 interventi effettuati da ottobre 2020 ad oggi presso l’Ospedale San Paolo di Milano grazie all’utilizzo del robot Da Vinci per gli interventi chirurgici complessi, prevalentemente oncologici.
100 interventi effettuati da ottobre 2020 ad oggi, questo è il grande risultato del Prof. Paolo Pietro Bianchi e della sua équipe presso l’Ospedale San Paolo di Milano grazie all’utilizzo del robot Da Vinci per gli interventi chirurgici complessi, prevalentemente oncologici.
A festeggiare il 100esimo intervento effettuato con l’ausilio del robot a 4 bracci, oltre a tutto il team della sala operatoria erano presenti anche il Dr. Fabian Gerstenhaber, chirurgo israeliano del Tel-Aviv Sourasky Medical Center, e il prof. Francesco Serra, ricercatore del Policlinico di Modena, ospiti da qualche giorno presso la Chirurgia dell’Ospedale San Paolo proprio per apprendere le tecniche di chirurgia mini-invasiva robotica del Prof. Bianchi, pioniere in Italia della chirurgia robotica.
“Il paziente n. 100 è stata una donna di 75 anni con un tumore del retto, sottoposta ad una resezione anteriore del retto. L’intervento di asportazione del retto è una delle indicazioni migliori all’impiego della piattaforma robotica, poiché il robot consente di operare con altissima precisione in una regione anatomica ristretta quale la pelvi – ha dichiarato il Prof. P.P. Bianchi – Inoltre la visione magnificata offerta del sistema ad alta definizione e 3D permette al chirurgo di vedere e risparmiare le delicate strutture nervose che circondano il retto ed innervano strutture sensibili quali gli organi genitali ed urinari.”
Ridurre il trauma chirurgico operando in modo sempre più mirato e preciso è parte di una cura ideale. Durante questi sette mesi la chirurgia mini-invasiva robotica dell’Ospedale San Paolo ha sottoposto ad intervento pazienti con varie patologie particolarmente complesse come l’asportazione di tutto lo stomaco, interventi sul colon e sul retto, resezioni del fegato, del pancreas, ma anche interventi per patologie benigne come calcolosi della via biliare e patologie complesse della parete addominale.
Da fine Settembre 2020 l’Ospedale San Paolo è sede della Scuola di Formazione in Chirurgia Robotica del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano, attualmente in corso con n. 7 specializzandi.
“La crescita tecnologica della nostra ASST con strumentazioni sempre più moderne e all’avanguardia ha favorito l’arrivo di validi professionisti e l’ampliamento dell’offerta sanitaria pubblica ai cittadini – dichiara il Dott. Matteo Stocco, Direttore Generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo – La tecnologia, associata all’expertise dello specialista, permette di offrire una chance terapeutica importante a pazienti che fino a ieri potevano contare solo su cure farmacologiche o su interventi eseguiti in momenti differenti”.
La possibilità di ridurre l’invasività della chirurgia, mantenendo una corretta radicalità oncologica, consente di proseguire l’attività chirurgica per i pazienti con malattie tumorali in maggior sicurezza. Poter asportare un tumore del colon e del retto senza dover “aprire” l’addome riduce inevitabilmente i rischi di complicanze e di infezioni, comporta un minor sanguinamento ed una consequenziale ridotta necessità di trasfusioni.
L’intervento con il robot riduce al minimo gli effetti collaterali della chirurgia tradizionale a parità di efficacia oncologica: meno dolore post-operatorio e rischio di infezioni, breve degenza in ospedale e ripresa più rapida delle funzionalità fisiologiche. La chirurgia robotica consente di eseguire interventi mini-invasivi complessi anche in pazienti critici per età o per situazione clinica generale.
Questa chirurgia all’avanguardia permette una visione tridimensionale e ingrandita del campo operatorio, consentendone un controllo completo: il chirurgo ha una visione analoga a quella che si ottiene con la realtà virtuale, elimina il tremore fisiologico delle mani o movimenti involontari, permette di fare dei movimenti rotatori superiori a quelli delle capacità normali, come per esempio la rotazione a 360°, gli consente di operare in modo ambidestro e in spazi molto ristretti, rende possibile la collaborazione con un altro chirurgo durante l’intervento grazie alla seconda console.
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