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Le carenze di organico nei reparti e nei Pronto soccorso delle strutture ospedaliere. La Sicilia è pronta ad affrontare un’altra ondata di pandemia qualora dovesse verificarsi? Ne parliamo con Francesco Cappello, deputato del Movimento 5 Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana e vice presidente della VI Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari.


CARENZE DI ORGANICO NEI PRONTO SOCCORSO: IL PROBLEMA ENDEMICO DELLA SANITÀ ITALIANA

Carenze di organico e terapie intensive. La carenza di organico nei pronto soccorso è un tema di grande attualità in Italia. Nonostante gli sforzi di alcuni governi, la situazione continua ad aggravarsi e ad essere endemica, soprattutto nella regione siciliana.

L’aumento del numero delle borse di specializzazione e l’abolizione del numero chiuso nella facoltà di medicina potrebbero rappresentare soluzioni a lungo termine, ma nel frattempo le aziende sanitarie provinciali e i presidi delle stesse subiscono il peso di avere il minor numero di medici e infermieri cross nelle corsie dei pronto soccorso e dei reparti.

L’assoluta mancanza di allineamento tra il numero di medici che si laurea e il numero di borse per la specializzazione è uno dei principali problemi che contribuiscono alla carenza di organico nei pronto soccorso italiani.

La situazione è stata aggravata dai tagli alla sanità degli anni precedenti, che hanno lasciato molte aziende sanitarie provinciali e i presidi delle stesse con il minimo indispensabile di personale medico e infermieristico.

QUALE POTREBBE ESSERE LA SOLUZIONE PER LA CARENZA DI ORGANICO NEI PRONTO SOCCORSO?

Una soluzione a lungo termine potrebbe essere l’aumento del numero delle borse di specializzazione e l’abolizione del numero chiuso nella facoltà di medicina. Tuttavia, queste soluzioni richiedono tempo per essere attuate e per avere un impatto tangibile sulla carenza di organico nei pronto soccorso italiani.

Nel frattempo, le aziende sanitarie provinciali e i presidi delle stesse continuano a subire il peso di avere il minor numero di medici e infermieri cross nelle corsie dei pronto soccorso e dei reparti. Questo determina una maggiore sofferenza da parte di questi presidi e, di conseguenza, dei pazienti che necessitano di cure urgenti.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA CARENZA DI ORGANICO NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE?

La carenza di organico nei pronto soccorso ha molte cause. In primo luogo, vi è la riduzione delle risorse destinate alla sanità. Le politiche di austerity degli ultimi anni hanno infatti portato a un taglio dei fondi destinati alla sanità, con una conseguente riduzione delle assunzioni di personale.

In secondo luogo, vi è il fenomeno dell’emigrazione dei medici. Molti medici, soprattutto giovani, decidono infatti di lasciare l’Italia per lavorare all’estero, dove le condizioni di lavoro e di retribuzione sono migliori.

In terzo luogo, vi è la difficoltà di accesso alla formazione. Le università italiane infatti, non producono abbastanza medici specializzati per rispondere alla domanda del mercato.

QUALI POSSONO ESSERE LE SOLUZIONI POSSIBILI PER OVVIARE A QUESTO PROBLEMA?

Esistono diverse soluzioni per affrontare la carenza di organico nei pronto soccorso. Una prima soluzione potrebbe essere quella di aumentare le risorse destinate alla sanità. È necessario infatti investire maggiormente nella formazione dei medici e degli infermieri, e migliorare le condizioni di lavoro di chi opera nei pronto soccorso.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di incentivare il lavoro dei medici nei pronto soccorso, ad esempio attraverso una maggiorazione del salario o del numero di ore lavorative. In questo modo, si potrebbe attrarre più medici a lavorare in questo ambito.

Infine, una soluzione potrebbe essere quella di facilitare l’accesso alla formazione per diventare medico. In questo senso, potrebbe essere utile estendere gli effetti della legge Calabria, che consente ai medici all’ultimo anno di specializzazione di lavorare nei reparti di rianimazione e anestesia.

Questo permetterebbe di anticipare il ciclo di specializzazione di un anno, e di consentire l’immissione nel mercato del lavoro di questi medici specializzandi prima che completino il proprio corso.

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