Home » Cardiopatie congenite: al via una nuova tecnologia per le protesi valvolari polmonari
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è capofila europeo nell’uso di protesi valvolari polmonari autoespandibili via trans-catetere per curare le cardiopatie congenite

CARDIOPATIE CONGENITE: PROTESI VALVOLARI POLMONARI

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è capofila europeo nell’uso di protesi valvolari polmonari autoespandibili via trans-catetere per curare le cardiopatie congenite. Ne parliamo con Gianfranco Butera, direttore di Cardiologia interventistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.


CHE COSA SONO LE CARDIOPATIE CONGENITE?

Le cardiopatie congenite sono un gruppo di malattie che colpiscono il cuore fin dalla nascita. Queste malformazioni cardiache possono avere un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita dei pazienti, richiedendo spesso interventi chirurgici o altre forme di trattamento medico.

 

CHE COS’È LA VALVOLA POLMONARE E COME FUNZIONA?

La valvola polmonare è una delle quattro valvole cardiache, ed è quella che si trova tra il ventricolo destro e l’arteria polmonare. Il ventricolo destro è la camera inferiore destra del cuore, e si contrae per spingere il sangue verso i polmoni, dove viene ossigenato.

Svolge un ruolo importante nel garantire che il sangue venga pompato in modo corretto verso i polmoni. Quando il ventricolo destro si contrae, la valvola polmonare si apre e il sangue viene spinto nell’arteria polmonare. Quando il ventricolo destro si rilassa, la valvola polmonare si chiude per evitare che il sangue torni indietro.

 

LE CARDIOPATIE SONO SEMPRE CONGENITE?

Esistono alcune cardiopatie congenite in cui la valvola polmonare è malata o addirittura assente. In questi casi, il sangue può tornare indietro verso il ventricolo destro invece di fluire correttamente verso i polmoni. Questo può causare una sovraccarico di lavoro del ventricolo destro, che nel tempo può portare a complicanze.

Per risolvere questo problema, spesso è necessario intervenire chirurgicamente per sostituire o riparare la valvola polmonare. Questo intervento può essere eseguito anche in giovane età, pochi mesi dopo la nascita, per garantire un corretto flusso sanguigno e prevenire complicazioni future.

Possono essere causate da difetti a livello strutturale del cuore stesso, delle valvole, dei vasi sanguigni o delle arterie polmonari. In alcuni casi, le cardiopatie congenite possono essere il risultato di interventi chirurgici, anche se effettuati in modo impeccabile.

A volte, a causa della delicatezza dell’intervento, l’insufficienza della valvola polmonare può diventare un effetto residuo dell’operazione, che può essere tollerato per molti anni, ma che a un certo punto richiederà un intervento.

 

QUAL È L’ETÀ MIGLIORE PER INTERVENIRE?

Piuttosto che basarsi sull’età del paziente, è importante considerare alcuni parametri che possono essere raccolti dalla storia clinica del paziente e dagli esami che gli vengono effettuati, come l’ecografia o la risonanza magnetica cardiaca. Questi esami ci permettono di valutare la funzione del ventricolo destro, la sua dilatazione e il suo potenziale cedimento.

In alcuni pazienti, sarà necessario intervenire già a 7-8 anni, mentre in altri casi si può attendere fino a 20-25 anni. La decisione dipende dalla capacità del cuore e dell’organismo del paziente di adattarsi alla situazione, nonché dall’esito degli esami e dalla presenza di sintomi che possono allertare il medico, come affaticamento, aritmie o palpitazioni.

 

APPROCCIO FARMACOLOGICO PER LE CARDIOPATIE CONGENITE: COSA DICE LA SCIENZA?

Purtroppo, non esiste ancora una terapia farmacologica specifica per ridurre l’entità del rigurgito o per adattare il ventricolo destro in modo migliore al sovraccarico di sangue causato dalle cardiopatie congenite. Tuttavia, in fase avanzata, possono essere prescritti farmaci di supporto o sintomatici per alleviare alcuni sintomi come la fatica o le palpitazioni.

 

QUAL’È LA DIFFERENZA TRA LA TECNICA CHIRURGICA CLASSICA E LA NUONA TECNOLOGIA UTILIZZATA PRESSO L’OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ?

Quando si parla di approccio classico ci si riferisce all’approccio chirurgico aperto che è appunto il metodo tradizionale per trattare le cardiopatie congenite. Durante l’intervento, il paziente viene sottoposto ad anestesia totale e viene aperto il torace per accedere al cuore. La circolazione del sangue viene garantita da una macchina per i polmoni e il chirurgo può impiantare e cucire direttamente una nuova valvola cardiaca biologica.

Tuttavia, l’approccio chirurgico aperto è invasivo e può causare dolore e un lungo periodo di degenza. Inoltre, i pazienti che hanno già subito interventi chirurgici in passato possono essere maggiormente esposti a rischi e a maggiori complicazioni.

Invece quella che utilizziamo al Bambino Gesù è la Tecnologia transcatetere. Questa tecnica meno invasiva consente di impiantare le valvole cardiache senza aprire il torace del paziente.

Il metodo più comune utilizzato per l’impianto delle valvole transcatetere consiste nell’inserire un cateterino attraverso una vena del paziente, di solito la vena femorale. La valvola viene quindi portata fino alla posizione desiderata tramite il cateterino. Una volta posizionata, la valvola viene espansa, creando così una nuova valvola cardiaca funzionante.

Questa tecnologia ha molti vantaggi rispetto all’approccio chirurgico aperto. In primo luogo, è meno invasiva e comporta un rischio minore di complicazioni. In secondo luogo, il periodo di degenza dopo l’intervento è significativamente più breve. Inoltre, questa tecnica può essere utilizzata anche nei pazienti che hanno già subito interventi chirurgici in passato.

La tecnologia transcatetere ha comunque alcuni limiti, come ad esempio la dimensione delle valvole che possono essere utilizzate. Anche se, con la continua evoluzione della tecnologia, queste limitazioni stanno diventando sempre meno importanti.

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