A Salute Pubblica si parla di cancro colorettale. Meno rischi di tumore per chi consuma poco o zero carne. In studio con Rosa Maria Di Natale, il dottor Giuseppe Novello, oncologo, dirigente medico Policlinico Catania e il professor Fabio Galvano, docente Alimentazione e Nutrizione umana – Università di Catania. Intervista alla dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per la Fondazione Umberto Veronesi.
CHE COS’È IL CANCRO COLORETTALE?
Il cancro colorettale è una delle neoplasie più comuni, ma esistono molte strategie per prevenirlo. Secondo un nuovo studio britannico, la riduzione del consumo di carne può essere una di queste strategie.
Il dottor Giuseppe Novello, oncologo e dirigente medico del Policlinico di Catania, e il professor Fabio Galvano, docente di alimentazione e nutrizione umana all’Università di Catania, confermano che ridurre il consumo settimanale di carne può aiutare a ridurre il rischio di cancro al colon-retto.
La ricerca britannica pubblicata nel febbraio 2022 su “Ems” ha seguito oltre 470mila persone selezionate dal database del UK Biobank per 11 anni senza alcuna malattia tumorale al momento del reclutamento.
Il risultato dell’indagine rivela che in coloro che consumavano poca o nessuna carne si sono registrati meno tumori del colon retto rispetto ai consumatori di bistecche. Ci sono poi registrati meno tumori del seno con un meno 18% nelle donne in post menopausa vegetariane, un vantaggio dovuto, secondo i ricercatori, al peso corporeo mediamente più basso rispetto alle consumatrici di carne. Infine, sono stati registrati meno tumori della prostata negli uomini consumatori di pesce meno 20% o vegetariani meno 31%.
Altri grandi studi hanno da tempo evidenziato questo nesso tra tumore e consumo di carne. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato che le carni processate (come salumi, salsicce e wurstel) sono cancerogene per l’uomo.
Secondo le stime del Global Burden of Disease Project, ogni anno nel mondo circa 3.mila morti per cancro sono attribuibili ad una dieta con troppa carne processata e 50mila ad un eccesso di carni rosse. Nonostante l’impatto sia inferiore rispetto al fumo (1 milione di morti per tumore) e all’alcol (600mila decessi), questi numeri sono comunque allarmanti.
GLI EFFETTI NEGATI DEL CONSUMO DI CARNE
L’impatto delle carni sulla salute va oltre la questione oncologica, poiché gli allevamenti intensivi e la produzione di carne hanno un impatto significativo sull’ambiente e sul clima, con conseguenze negative sulla salute umana. Tuttavia, concentriamoci sull’impatto delle carni sulla salute e in particolare sul cancro colorettale.
Secondo la dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per la Fondazione Umberto Veronesi, il consumo di carne rossa incide pesantemente sull’insorgenza del cancro al colon. Le evidenze scientifiche riguardano principalmente il contenuto di ferro eme, quello legato all’emoglobina, che potrebbe andare ad influire sulla situazione componenti del nostro corpo.
Gli effetti negativi delle carni sulla salute sono molteplici:
- ossidazione cellulare;
- eccesso di grassi saturi;
- proliferazione di batteri non propriamente positivi del nostro intestino;
- produzione di molecole cancerogene attraverso i metodi di cottura della carne.
La ricerca sull’impatto delle carni sulla salute è molto difficile poiché ci sono molti effetti confondenti da tenere in considerazione. Inoltre, l’alimentazione è solo uno dei fattori che influenzano lo sviluppo del cancro colorettale,.
Altri fattori influiscono come lo stile di vita e le caratteristiche personali che possono avere un ruolo significativo. È importante sottolineare che gli effetti negativi e positivi dell’alimentazione si sommano nel corso della vita, quindi la dieta che seguiamo sin da bambini può avere un impatto significativo sulla nostra salute.
Sebbene il consumo di carne bianca sia preferibile rispetto alle carni rosse e le carni bianche non abbiano evidenze di rischio aumentato per il cancro o altre patologie particolari, è comunque importante consumare la carne con moderazione.
L’OMS raccomanda di limitare il consumo di carne processata a meno di 50 grammi al giorno, mentre il consumo di carne rossa dovrebbe essere limitato a meno di 500 grammi a settimana.
L’IMPORTANZA DELLA DIETA NEL PREVENIRE IL CANCRO COLORETTALE
La dieta può giocare un ruolo importante nella prevenzione della malattia. Recentemente, studi hanno dimostrato che limitare il consumo di carni rosse e aumentare il consumo di alimenti protettivi come la verdura, la frutta e i legumi, può ridurre il rischio di cancro colorettale e altre malattie.
Inoltre, una dieta vegetariana può anche ridurre il rischio di altri tipi di cancro, come il cancro al seno. Le donne in post-menopausa vegetariane hanno avuto un rischio di cancro al seno inferiore del 18% rispetto alle donne che mangiavano carne. Ciò potrebbe essere spiegato dalla riduzione del consumo di grassi saturi e dal mantenimento del peso corporeo normale.
Gli alimenti che aiutano a proteggere dal tumore al colon retto sono ricchi di fibre e includono anche l’esercizio fisico costante e moderato. I legumi sono una grande fonte di fibre e possono essere utilizzati come sostituto della carne.
I formaggi, derivati animali che contengono proteine di alto valore biologico, sono un’alternativa valida alle carni. Tuttavia, è importante notare che le porzioni raccomandate per i formaggi e le carni lavorate sono di 50 grammi.
L’alto contenuto calorico e di sale nei formaggi richiede attenzione, così come il contenuto di sale nelle carni lavorate. In caso di diagnosi di cancro al colon retto, il servizio sanitario pubblico offre una diagnosi multidisciplinare e un’ampia gamma di opzioni di trattamento, come chemio e radioterapia prima dell’intervento chirurgico, che viene valutato da un team di esperti.
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