Tra i sintomi della bulimia non vi è solo il vomito autoindotto ma l’esercizio fisico estenuante e le diete restrittive troppo rigide. Vediamo di cosa si tratta.
Secondo la classificazione del DSM 5 “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” la bulimia rientra nella categoria diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, eppure, alcuni sintomi si ritrovano spesso anche tra chi normalmente pensa di avere un buon rapporto con il cibo.
Può insorgere a qualsiasi età e in entrambi i sessi ma è diffusa, maggiormente, nella popolazione femminile in età compresa tra i 16 e i 40 anni.
I DISTURBI
Tra le caratteristiche del disturbo, necessarie alla sua diagnosi, vi sono:
• la presenza di abbuffate ricorrenti, caratterizzate dal consumo di grandi quantità di cibo e dalla sensazione di perdere il controllo sull’atto del consumo;
• ricorrenti ed inappropriate condotte di compenso per prevenire l’aumento di peso; entrambi i due punti precedenti devono verificarsi in media almeno una volta alla settimana per tre mesi;
• i livelli dell’autostima sono fortemente influenzati dal peso e dalla forma del corpo.
I SINTOMI
Altri caratteristiche o sintomi che riguardano i soggetti bulimici possono riguardare il tentativo di nascondere agli altri le condotte compensatorie:
• il vomito autoindotto
• l’assunzione impropria di lassativi
• l’adozione di una dieta altamente restrittiva
• l’esercizio fisico estenuante
• il tentativo di nascondere le abbuffate
La crisi di bulimia, infatti, avviene spesso in segreto ed è accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo sul cibo.
COME SI MANIFESTA LA BULIMIA?
Seguire una dieta rigida in modo perfezionistico porta prima o poi, inevitabilmente, a compiere piccole trasgressioni, così inizia l’abbuffata, seguita da uno stato di sollievo dovuto all’allentamento del controllo. L’abbuffata spesso continua finché l’individuo non si sente “così pieno da star male”. Subito dopo però lo stato d’animo del bulimico precipita. Si presentano umore negativo e stress. Allora iniziano le condotte compensatorie. Poi di nuovo un’intensa fame dovuta ad un nuovo ciclo di restrizione dietetica.
La bulimia è un disturbo che si alimenta da sé. I sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, la forma del corpo o il cibo sono sempre presenti nel bulimico.
LE CAUSE
Tra i fattori che possono favorirla vi sono:
• l’avere parenti stretti con bulimia, alcune ricerche hanno evidenziato, infatti, una spiccata tendenza a sviluppare lo stesso disturbo;
• l’essere stati vittime di violenze fisiche o abusi sessuali;
• i cambiamenti anatomici dovuti alla pubertà.
CHI PUÒ SOFFRIRE DI BULIMIA?
Secondo alcune ricerche, inoltre, le persone caratterialmente predisposte a diventare bulimiche sarebbero:
• coloro che tendono a soffrire di ansia o depressione e che hanno difficoltà a gestire lo stress;
• coloro che hanno una bassa autostima;
• che si preoccupano facilmente pensando al futuro o che ne sono impauriti;
• che soffrono del cosiddetto disturbo ossessivo-compulsivo;
• che soffrono di un disturbo post-traumatico da stress;
• che hanno un qualche disturbo di personalità.
IL TRATTAMENTO
Il trattamento della bulimia è complesso e ha come obiettivo principale quello di ristabilire, nel paziente, un atteggiamento sano nei confronti del cibo.
Il ricorso alla psicoterapia, in alcuni casi anche associata ai farmaci antidepressivi, è fondamentale. Sarebbe meglio, inoltre, essere seguiti da un team di esperti: psichiatri, psicologici esperti in disturbi del comportamento alimentare e dietologi.
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