Home » Bambino Gesù: trapianti da positivi al Covid 19

Sono stati realizzati in Italia i primi due trapianti al mondo da donatori deceduti positivi al Sars-Cov-2 su riceventi negativi e privi di anticorpi. In entrambi i casi i pazienti hanno ricevuto un nuovo cuore e nessuno dei due ha contratto il Covid-19 dopo il trapianto. Ne parliamo con il professor Antonio Amodeo, responsabile di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria dell’Ospedale Bambino Gesù.


TRAPIANTO DA POSITIVI AL COVID-19: UNA NUOVA SPERANZA PER LA DONAZIONE DI ORGANI

Il professore responsabile di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardiorespiratoria dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha parlato della sfida che ha dovuto affrontare il suo team per trovare donatori in un momento in cui la donazione di organi è diminuita del 50% nel campo pediatrico. Tuttavia, la pandemia ha anche portato a sviluppi scientifici importanti: grazie al protocollo sperimentale di trapianto da donatori con Sars-Cov-2, sono stati effettuati 19 trapianti, tra cui due trapianti di cuore, che rappresentano una novità nel panorama scientifico.

ECCO COME FUNZIONA

Il trapianto di organi è un’operazione chirurgica che salva la vita di molte persone ogni anno. La pandemia ha posto nuove sfide per i trapianti, ma grazie ad alcune deroghe concesse dal Centro Nazionale Trapianti, è stato possibile eseguire con successo anche alcuni interventi.

Il primo trapianto su un paziente positivo al COVID-19 è stato eseguito alla fine di aprile 2022 al Policlinico Sant’Orsola di Bologna su un uomo di 64 anni, mentre il secondo è stato realizzato, subito dopo, all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù su un ragazzo di 15 anni. Entrambi i pazienti affetti da cardiopatie severe erano in lista d’attesa urgente nazionale e hanno ottenuto l’organo grazie ad una deroga concessa dal Centro Nazionale Trapianti.

QUAL E’ IL PROTOCOLLO?

In passato, il Centro Nazionale Trapianti non permetteva il trapianto da un paziente positivo COVID-19 a un ricevente negativo. Tuttavia, dopo il successo dei due trapianti sopra citati, il Centro Nazionale Trapianti ha modificato questa disposizione e ora è possibile effettuare trapianti anche in questi casi. Per garantire la massima sicurezza, il Centro Nazionale Trapianti adotta una politica abbastanza aggressiva, che include l’esecuzione della biopsia del cuore donato per infezione e la somministrazione di anticorpi monoclonali.

Inoltre, è stata concessa una deroga all’AIFA per la somministrazione di anticorpi monoclonali ai pazienti sotto i 16 anni. Nonostante il basso titolo anticorpale del paziente donatore e la carica virale molto bassa, la sicurezza del paziente ricevente è stata garantita anche grazie alla somministrazione degli anticorpi monoclonali entro le 24 ore dall’impianto.

TRAPIANTO DI ORGANI ALL’EPOCA DEL COVID-19

La storia di questo ragazzo di 15 anni che ha subito un trapianto di cuore dopo aver vissuto per oltre un anno con un cuore artificiale è un bellissimo esempio di come la medicina moderna possa salvare vite umane. La pandemia, infatti, ha posto nuove sfide per i trapianti ma grazie alla flessibilità del Centro Nazionale Trapianti e all’adozione di protocolli rigorosi, è stato possibile effettuare con successo trapianti anche su pazienti positivi al COVID-19.

La sicurezza del paziente resta la priorità assoluta, ma ora c’è la consapevolezza che anche in questi casi il trapianto è possibile.

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Canali 15 e 81 del DGTV in Sicilia

Pubblicità