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Arriva la pillola per curare una tipologia di tumore al polmone

Nel 40% dei casi i pazienti hanno visto una regressione parziale o completa della malattia.  La conferma arriva da “CodeBreaK 100”, studio clinico di fase I/II, condotto su pazienti in stadio avanzato e con mutazione “KRAS”.

Di Melania Sorbera

Tra le cause del tumore al polmone quella più diffusa è il fumo di sigaretta, sia attivo che passivo, poi vi è l’esposizione alla circolazione nell’aria di metalli pesanti, l’amianto e l’inquinamento. Circa il 20% dei tumori è rappresentato dalla presenza di microcitomi, tumori a piccole cellule, il restante 80% è costituito dal carcinoma a grandi cellule, carcinoma epidermoide e adenocarcinoma.

Purtroppo il tumore al polmone è ancora la principale causa di morte per tumore nei Paesi industrializzati. I sintomi della sua insorgenza sono, in media, evidenti. Tra questi vi è: la presenza di infiammazioni ricorrenti all’apparato respiratorio, dolore costante al torace, la presenza di sangue durante la tosse, astenia, dolore alla spalla, febbre, dolore durante la deglutizione e tosse cronica. In alcuni casi la sua comparsa è asintomatica.

La terapia, come per tutti i tumori, dipende dall’estensione delle cellule cancerogene presente nel paziente. L’intervento chirurgico, fino ad oggi, è il rimedio maggiormente utilizzato per i tumori “non a piccole cellule” operabili, seguito dalla chemioterapia. Qualora il tumore non fosse operabile, invece, si passerebbe direttamente a dei cicli di chemioterapia e radioterapia insieme.

Oggi la novità è composta dal farmaco “sotorasib“, un inibitore specifico di una molecola tumorale, KRAS, che è il più importante oncogene individuato finora, presente in circa il 20% dei tumori su pazienti con tumore al polmone “non a piccole cellule”.

Il farmaco si prende per bocca e tiene a bada il tumore in pazienti su cui altre terapie hanno fallito. I dati dello studio “CodeBreaK 100” sono relativi a 174 pazienti che a seguito di precedenti terapie, nella maggior parte dei casi chemioterapia associata a immunoterapia, sono stati trattati con una singola dose orale giornaliera di 960 mg di sotorasib. Non solo il 40,7% dei pazienti ha risposto alla terapia con una riduzione del tumore, completa o parziale ma 5 di loro hanno ottenuto una risposta completa.

I risultati a 2 anni dello studio CodeBreaK 100 sono incoraggianti perché confermano il ruolo di sotorasib quale primo farmaco con approccio target verso una mutazione finora trattata con chemioterapia e/o immunoterapia nel tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione di KRAS in stadio avanzato” ha commentato Marcello Tiseo, responsabile del PDTA di Oncologia Toracica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. “Il tasso di risposta intorno al 40% è decisamente superiore rispetto al 10% che eravamo abituati a ottenere con la chemioterapia. Anche la sopravvivenza a due anni del 32,5% rappresenta un vantaggio rispetto a quanto ottenevamo in precedenza e indica una possibilità di controllo della malattia anche a più lungo termine“. 

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