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Aritmia: quali sono i farmaci che regolano il ritmo cardiaco

Le aritmie possono essere curate con la somministrazione di farmaci, chiamati antiaritmici, in grado di prevenirle o interromperle. Vediamo quali sono e quali sono i loro effetti collaterali.

di Melania Sorbera

ARITMIA CARDIACA: SINTOMI

I sintomi dell’aritmia cardiaca possono variare da persona a persona. Alcuni pazienti possono non avvertire alcun sintomo, mentre altri possono sentire:

una sensazione di battito cardiaco accelerato, irregolare o saltuario;
difficoltà a respirare o respiro corto;
vertigini o svenimenti in caso di mancanza di ossigeno al cervello, dovuta alla ridotta capacità di pompare il sangue dal cuore;
dolore toracico.

 

LE CAUSE

Le aritmie cardiache possono essere causate da diversi fattori, la causa più comune è l’insufficienza cardiaca, un problema che impedisce al cuore di pompare il sangue in modo efficiente.

Possono causare aritmie anche altre malattie cardiache, come la cardiopatia ischemica, l’ipertensione arteriosa e la malattia coronarica.

A causare aritmia possono essere anche squilibri nella concentrazione di potassio, magnesio o calcio nel sangue o anomalie congenite. In alcuni casi le aritmie non richiedono alcun trattamento, altre volte possono essere trattate con i farmaci la cui tipologia dipende dal tipo di aritmia e di malattia cardiaca.

 

RITMO CARDIACO: COME FUNZIONA

Prima di parlare dei farmaci antiaritmici a disposizione, ripassiamo come funziona il ritmo cardiaco. Questo è controllato dal segnale elettrico che nasce nell’atrio destro, nel cosiddetto nodo seno-atriale, che rappresenta il pacemaker naturale del cuore.

Il potenziale d’azione alla base della contrazione del cuore è generato dall’ingresso di ioni sodio, seguito dall’ingresso del calcio e dall’uscita del potassio che riporta il potenziale d’azione alla condizione di riposo.

 

FARMACI ANTIARITMICI

I farmaci antiaritmici disponibili tengono presente queste caratteristiche e il medico di famiglia o lo specialista cardiologo li sceglierà in base al tipo di patologia.

I farmaci antiaritmici possono essere classificati in quattro categorie:

Gli antiaritmici di classe I sono anestetici locali che rallentano la trasmissione degli impulsi elettrici bloccando i canali del sodio, possono provocare effetti collaterali di tipo neurologico e gastrointestinale, come dolore addominale, vomito, diarrea e anoressia.

Gli antiaritmici di classe II noti come beta-bloccanti, che diminuiscono la frequenza cardiaca, possono causare sintomi come dispnea, mal di testa, vertigini, affaticamento, bradicardia e sindrome di Raynaud.

Gli antiaritmici di classe III, invece, sono farmaci che prolungano la fase 3 del potenziale d’azione del ritmo cardiaco, tra gli effetti collaterali possono provocare l’abbassamento della pressione sanguigna, compresa quella di tipo ortostatico che si manifesta nel brusco passaggio dalla posizione sdraiata o seduta alla posizione eretta.

Gli antiaritmici di classe IV bloccano i canali del calcio e sono utilizzati per il trattamento dell’aritmia atriale, tra gli effetti collaterali vi sono l’abbassamento della pressione sanguigna, confusione, mal di testa, edema periferico, edema polmonare e stitichezza.

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