Home » Apnee ostruttive del sonno: cosa accade se si ignorano?

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è una patologia cronica con gravi implicazioni economiche e sociali, ad elevata prevalenza, spesso sotto-diagnosticata e quindi non trattata. Come si riconosce e come si cura? Ne parliamo con Raffaele Ferri, direttore scientifico dell’IRCSS Oasi di Troina, presidente di ASSIREM, Associazione Scientifica Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno.


COS’È LA SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO?

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno, come dice il termine stesso, è una posizione clinica in cui si osservano ripetute sospensioni della respirazione con impossibilità dell’aria di raggiungere i polmoni. Noi abbiamo un respiro di tipo soprattutto automatico, come tutti sanno, il respiro è sotto il duplice controllo sia della volontà, che di un sistema di regolazione automatico.

Quando quello che regola il sonno è un sistema prettamente automatico si vanno ad instaurare delle ostruzioni delle vie aeree superiori, si instaura un blocco che non permette all’aria di arrivare ai polmoni, per un tempo più o meno prolungato e in maniera ripetuta.

CI SONO DIVERSE TIPOLOGIE DELLA SINDROME DA APNEE NOTTURNE?

La differenziazione principale è quella tra la sindrome delle apnee ostruttive del sonno e le apnee centrali.  Nella sindrome delle apnee centrali del sonno sono gli atti respiratori che vengono a mancare, per una mancanza dell’input da parte delle strutture nervose centrali che sono deputate al controllo automatico delle spedizioni e questo si verifica, sia per patologia del sistema nervoso centrale che per patologie di tipo cardiovascolare.

Queste ultime possono provocare delle alterazioni emodinamiche importanti che per una serie di motivi portano ad un respiro periodico ma interrotto, con l’intervento di pause di circa 40 45 secondi.

COME AVVINE LA DIAGNOSI?

La diagnosi della sindrome ostruttiva da apnee notturne avviene attraverso il sospetto diagnostico, con l’anamnesi del paziente e con gli esami strumentali. Tra questi ultimi vi è la polisonnografia, la cui complessità varia, se ho un quadro clinico evidente, con molti indicatori, posso fare un esame piuttosto semplice andando a registrare esclusivamente i canali cardio respiratori, i movimenti del torace e dell’addome che l’accompagnano e la saturazione periferica di ossigeno.

La percentuale di emoglobina saturata deve essere in condizioni normali, superiori al 93-94 per cento. Quando abbiamo delle apnee del respiro una delle conseguenze importanti e che si osserva una caduta della saturazione del sisma intermittente perché il ritmo delle linee notturne è significativa. Vengono considerate situazioni lievi fino a 15 apnee per ora, moderate sopra le 30 per ora.

QUALI SONO I RISCHI DI CHI SOFFRE DI SINDROME DI APNEE NOTTURNE?

Sicuramente eventi cerebrovascolari importanti, nei casi più gravi anche la mortalità. Questi episodi di apnea non soltanto vengono accompagnati da un aumento della pressione sanguigna ma c’è anche un aumento della eccitabilità di tutto il sistema nervoso simpatico.

Le conseguenze, diciamo, più ovvie anche di tipo drammatico, sono quelle dell’aumento dell’incidenza degli incidenti stradali proprio dovuti agli attacchi di sonno. I riflessi nei tempi di reazione in questi soggetti, infatti, sono lenti e la sonnolenza diurna è alta.

COSA PREVEDE L’APPROCCIO TERAPEUTICO?

Abbiamo diversi mezzi a disposizione. Quello più classico che si conosce da più tempo è la tracheotomia ma ormai non si fa a nessuno. Abbiamo sicuramente l’intervento principe, quello realizzato con un ventilatore a pressione positiva.

Che cos’è un ventilatore a pressione positiva?

E’ un apparecchio che spinge dell’aria nei polmoni, attraverso il naso, mantenendo una pressione sufficientemente bassa per permettere l’espirazione ma sufficientemente alta da non permettere alle pareti del canale di chiudersi. Sono allo studio altri interventi, anche di tipo farmacologico mirati, per esempio, ad aprire le pareti, dove vi può essere la presenza di accumuli di grasso.

Abbiamo la possibilità di usare dei farmaci che favoriscono la vigilanza diurna ma sono ovviamente limitati all’uso dei soggetti che già fanno uso presente del ventilatore a pressione positiva. Ci sono soggetti che usano dei corsetti particolari che non permettono di dormire in posizione supina, quindi sono costrette a dormire in posizione laterale.

Ricordiamoci sempre che il soggetto se sovrappeso, deve seguire una terapia per il controllo del peso. Per il resto quello che possiamo fare è di avere abitudini di vita regolari; di evitare l’assunzione di farmaci o di sostanze che possono provocare sonnolenza diurna.  

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