I Dirigenti Medici dell’Ospedale Israelitico di Roma rivendicano le diverse condizioni di lavoro rispetto ai dipendenti della Sanità Pubblica. “L’Amministrazione continua a calpestare gli accordi economici faticosamente ottenuti in anni di battaglie”
Roma, 15 Luglio 2021
Noi Dirigenti Medici dipendenti dell’Ospedale Israelitico di Roma, denunciamo la nostra condizione di lavoratori di “serie B” rispetto ai Medici dipendenti della Sanità Pubblica in quanto da oltre 10 anni siamo privati di un contratto di lavoro degno del servizio che offriamo e del ruolo che ricopriamo.
Dopo anni di paziente attesa, nel 2019 prima e nel 2020 poi, l’Amministrazione dell’Ospedale ha sottoscritto con la nostra O.S. due distinti accordi di natura economica, entrambi puntualmente calpestati. Ciononostante, quando siamo stati chiamati a dare il nostro apporto alla gestione dell’emergenza Covd-19, non solo non ci siamo tirati indietro ma con grande senso di responsabilità, all’unanimità, abbiamo dato ampia disponibilità e per oltre un anno e mezzo, sacrificando la nostra vita familiare e personale e mettendo a repentaglio la nostra salute (ed in alcuni tragici casi, come è tristemente noto, abbiamo addirittura dato la nostra stessa vita). Lo abbiamo fatto senza alcuna riserva, perché questa è la missione di vita che ci siamo dati.
Ci hanno chiamati “Eroi” ma a noi piace pensare che questo sia il nostro normale dovere. I sacrifici personali ed i rischi connessi con la cura dei malati fanno parte della nostra quotidianità da sempre.
La nostra Amministrazione non si è sottratta dall’unirsi al coro unanime che elogiava il sacrificio reso in occasione della gestione dell’epidemia di Covid-19 ma lo ha fatto probabilmente perché quegli elogi sono “gratis”. Quando invece ha dovuto passare al piano più concreto del rispetto degli accordi negoziati e sottoscritti, in maniera cinica ed utilitaristica, ha trasformato i “suoi eroi” in “carne da cannone”.
Per senso di responsabilità, non abbiamo adottato alcuna iniziativa di protesta sino a quando era in atto la fase più acuta della pandemia e solo venti giorni fa, dopo l’ennesimo infruttuoso tentativo di ottenere il rispetto dei patti sottoscritti, abbiamo deciso di dichiarare lo stato di agitazione ed abbiamo richiesto alla Prefettura di Roma la convocazione per dar corso al tentativo di conciliazione.
Nel corso dell’incontro in Prefettura, ancora una volta, a parole, la nostra Amministrazione ha dichiarato ampia disponibilità a comporre la cosa ed a sedersi intorno ad un tavolo con noi per ricercare una soluzione, avendo al contempo, in tale sede, l’Amministrazione riconosciuto tacitamente di aver ricevuto recentemente ingenti somme dalla P.A., somme che, ovviamente, consentirebbero di rispettare agevolmente gli impegni già presi.
Da allora sono passate due settimane e siamo ancora in attesa di essere convocati per il fantomatico “incontro risolutore”.
A questo punto, con rammarico, non ci rimane altro da fare che prendere atto che la proverbiale serietà che contraddistingueva l’Amministrazione dell’Ospedale Israelitico, il quale in passato non ha mai mancato di rispettare gli accordi sottoscritti con le OO.SS., è stata ormai definitivamente superata per essere sostituita da una logica costante di doloso inadempimento alla “Pulcinella” se non addirittura alla “Buffone di Corte”.
Tutto questo non è per noi accettabile perché calpesta senza alcun ritegno la nostra dignità di uomini e di Medici e quindi, non potendo fare altro, pur essendo contrario al nostro modus operandi, perdurando questo stato di cose, saremo costretti a dar corso a forme di protesta sempre più incisive.
Avendo il massimo rispetto per i pazienti del nostro ospedale, che è anche la nostra casa, chiediamo loro scusa anticipatamente per il disagio che gli creeremo, dovuto unicamente al vergognoso comportamento della nostra inqualificabile Amministrazione.
Le RSL ANMIRS dell’Ospedale Israelitico
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