Home » COVID-19: troppi positivi nelle carceri, appello della SIMSPe

Secondo i dati del ministero della Giustizia, aggiornati all’11 gennaio 2021, i detenuti positivi al COVID-19 sono 624, gli agenti della polizia penitenziaria 708. Vaccinare gli operatori e i detenuti più fragili delle carceri italiane. Questo è l’appello lanciato da Sergio Babudieri, direttore scientifico SIMSPe, Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria.


CHI SONO I DETENUTI DELLE CARCERI ITALIANE?

Secondo i dati ufficiali del Ministero della Giustizia, oltre la metà dei detenuti italiani ha meno di 40 anni mentre i detenuti stranieri che hanno meno di 40 anni sono il 70%. Ciò significa che la maggior parte dei detenuti è costituita da giovani, ma ci sono anche molti detenuti più anziani con patologie e comorbilità, cosa che li rende soggetti più fragili e bisognosi di cure.

QUALI SONO LE PATOLOGIE PIU’ DIFFUSE NELLE CARCERI?

Le patologie più comuni tra i detenuti sono le malattie infettive, le malattie cardiache, le malattie respiratorie e quelle mentali. L’alto tasso di malattie infettive è dovuto alle condizioni di vita difficili all’interno delle carceri e alla mancanza di assistenza sanitaria adeguata, prima e dopo il loro arrivo. Una campagna di vaccinazione conto il Covid-19 deve essere un’opportunità per individuare e curare anche altre patologie, come ad esempio l’epatite C, molto diffusa.

COSA È CAMBIATO TRA IL PERIODO DELLA PANDEMIA E IL DOPO?

Durante il lockdown, le visite dei parenti sono state sostituite da collegamenti via web, e questo ha aiutato a contenere la diffusione del virus all’interno delle carceri. Ma ora che la circolazione del virus è ovunque, c’è la necessità di proteggere maggiormente il personale penitenziario e i detenuti.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia, ci sono stati 624 detenuti positivi al Covid-19, con un trend in aumento, e 708 agenti della polizia penitenziaria positivi alla stessa data. Questi sono, ovviamente, dati in continua trasformazione ma se non ne parlassimo rischieremmo di abbassare la guardia nei confronti del virus e non possiamo permetterlo.

QUALI INIZIATIVE HANNO ADOTTATO LE CARCERI PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DEL COVID-19?

A causa della pandemia di Covid-19, le carceri italiane hanno adottato misure per ridurre la diffusione del virus, come la quarantena, la separazione dei detenuti infetti e la somministrazione di test per la rilevazione del virus. Tuttavia, le condizioni di sovraffollamento rendono difficile il distanziamento sociale, aumentando il rischio di infezione. I detenuti più anziani e quelli con comorbilità dovrebbero essere vaccinati immediatamente per proteggere la loro salute. Inoltre, l’assistenza sanitaria dovrebbe essere migliorata.

COSA SERVE PER PROTEGGERE IL PERSONALE E I DETENUTI?

Per proteggere il personale e i detenuti, è necessario vaccinare tutta la popolazione che entra all’interno delle comunità chiuse penitenziarie, inclusi coloro che vanno per lavoro e coloro che risiedono all’interno delle carceri. Inoltre, c’è la necessità di implementare cambiamenti all’interno delle carceri, come la riduzione del sovraffollamento.

Anche se i numeri dei detenuti sono diminuiti durante la pandemia, ci sono ancora oltre 60.000 detenuti in Italia, contro una capienza regolamentare degli istituti di 50.000 e 688 posti. Questo significa che l’ambiente è estremamente chiuso e se il virus entra, si diffonde facilmente.

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