Home » Diabete: i nuovi farmaci curano anche il cuore

Una nuova classe di farmaci per la cura del diabete di tipo 2 è efficace anche per proteggere il paziente dalle malattie cardiovascolari. La scoperta è stata fatta dai gruppi di lavoro dell’Università di Tor Vergata e dell’Università Cattolica – Policlinico Gemelli, di Roma. Ne parliamo con Manfredi Tesauro, endocrinologo dell’Università di Tor Vergata, che ha condotto entrambi i gruppi di lavoro.


IL DIABETE DI TIPO 2 PUÒ ESSERE CURATO DA UNA NUOVA CLASSE DI FARMACI, DI COSA SI TRATTA?

Diabete e nuovi farmaci. Il diabete di tipo 2 secondo questi risultati, può essere curato contemporaneamente alle malattie cardiovascolari ed in particolare per lo scompenso cardiaco. Il diabete, purtroppo, è una malattia che si associa a frequenti complicanze cardiovascolari quali ad esempio l’infarto del miocardio.

Ora che esistono molte terapie disponibili in grado di controllare i livelli di glicemia, quindi la parte metabolica della patologia, c’è la possibilità di diminuire anche il rischio cardiovascolare. Noi ci siamo occupati in particolar modo di una classe di farmaci, sono gli antagonisti del co-trasportatore foto glucosio di tipo 2, SGLT2 inibitori, abbiamo cercato di studiare i meccanismi con cui queste molecole, in particolar modo il kala grifols, agisce a livello muscolare.

Questo farmaco ha mostrato di avere importante azioni metaboliche, di ridurre la glicemia. Importantissimi trials a livello mondiale hanno dimostrato la riduzione degli eventi cardiovascolari nella popolazione diabetica. Durante lo studio abbiamo isolato le piccole arterie dallo strato adiposo che abbiamo studiato con una tecnica che viene chiamata miografo.

Abbiamo visto qual è l’effetto vascolare di questi farmaci antidiabetici che hanno anche la caratteristica importante di poter essere somministrati per via orale. I risultati sono stati pubblicati su una prestigiosa rivista “Hypertension”.

COME AGISCONO QUESTI FARMACI CHE HANNO ANCHE VANTAGGI CONTRO LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI, A LIVELLO MUSCOLARE?

Negli ultimi tempi si sta cercando di capire quali sono i meccanismi alla base di questi incredibili effetti di protezione vascolare, si pensa addirittura di cominciare dei grandi trials per trattare soggetti con scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco è una delle più importanti patologie cardiovascolari anche in soggetti che non sono affetti da diabete. Si è visto che questo effetto può essere protettivo anche in popolazioni non affette da diabete.

CI SONO DELLE CONTROINDICAZIONI PER ALCUNI PAZIENTI OPPURE NO?

Attualmente la controindicazione principale è legata ai pazienti diabetici con insufficienza renale cronica. I vantaggi riguardano, invece, la somministrazione del farmaco. Questo è il vantaggio principale, la somministrazione per via orale. La componente psicologica del paziente risulta essere sostenuta da un grado di soddisfazione notevole. Le terapie orali, assunte con due compresse al giorno, a pranzo e a cena alleggeriscono il carico psicologico del paziente diabetico.  

QUESTI FARMACI SONO GIÀ DISPONIBILI SUL MERCATO?

I farmaci sono disponibili da diverso tempo. Gli SGLT2 inibitori o gliflozine includono tre molecole l’empagliflozin, il canagliflozin e il dapagliflozin, approvati in Italia per il trattamento del diabete di tipo 2 in mono-somministrazione giornaliera, con un profilo di safety superiore rispetto ad altri ipoglicemizzanti orali.

Soltanto da poco tempo, però, si sono avuti risultati così eclatanti dal punto di vista del rischio cardiovascolare. I farmaci possono essere prescritti dal medico specialista, vi sono solo degli esami in particolare da svolgere prima della dell’assunzione di questo farmaco. Oltre ai livelli della glicemia e al dosaggio dell’emoglobina è importante conoscere anche il profilo lipidico, è importante il riconoscimento della funzione renale.

QUALI PROSPETTIVE APRE QUESTO STUDIO?

Il futuro dal nostro punto di vista è cercare di valutare in particolar modo gli effetti del farmaco a livello renale, che potrebbe dare delle risposte molto importanti per il futuro della terapia nel soggetto diabetico, in particolar modo nella nefropatia diabetica. Poi è importante valutare gli effetti legati al controllo dello scompenso cardiaco.

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