Home » La Francia sbaglia sulla durata della quarantena, gli infettivologi SIMIT: “Potremmo correre troppi rischi”

La SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali interviene sulla polemica sulla durata della quarantena criticando la proposta francese e sull’isolamento di guariti e asintomatici per i quali non ritiene necessario il doppio tampone


26 Settembre 2020

Marcello Tavio

La SIMIT Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali interviene sulla recente presa di posizione delle autorità sanitarie francesi di voler ridurre la quarantena dei soggetti esposti a caso di COVID da 14 a 7 giorni. “Questa disposizione potrebbe anche aggravare la situazione epidemiologica transalpina – sottolinea Marcello Tavio, Presidente SIMIT – Proviamo a spiegare il perché. La durata della quarantena dipende dal tempo di incubazione e non dalla durata dell’infettività. Gli eventuali casi di infezione asintomatici che uscirebbero dalla mini-quarantena di 7 giorni potrebbero essere ancora contagiosi, invece una quarantena di 14 giorni, che includa i primi giorni di incubazione e gli eventuali giorni successivi di isolamento, rappresenta il compromesso ideale fra tempo di incubazione e periodo di infettività”.

La SIMIT richiede con forza che siano invece considerati i criteri OMS per la sospensione dell’isolamento dei casi COVID guariti o asintomatici” aggiunge Tavio.

Emanuele Nicastri

Nei casi COVID guariti o asintomatici dovrebbe essere eliminato l’obbligo del doppio tampone per il ritorno alla vita di comunità, in famiglia o al lavoro – evidenzia il Professor Emanuele Nicastri, Direttore della divisione Malattie infettive dello Spallanzani – Questa semplice misura, universalmente accettata, permetterebbe di alleggerire notevolmente il carico di lavoro dei laboratori, dei medici ed infermieri del territorio e delle strutture ospedaliere, e di risparmiare sofferenze per le persone inutilmente isolate per settimane a domicilio o in ospedale”.

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