Petriccioli: “Pretendiamo che il contratto sia definitivamente siglato prima di ottobre e che si proceda immediatamente all’erogazione degli istituti normo-economici per i quali abbiamo trovato un accordo nel giugno scorso”
Roma, 15 Settembre 2020
“Domani il mondo della sanità privata incrocerà le braccia per chiedere a gran voce la ratifica definitiva del CCNL di settore dopo 14 anni di attesa e 3 di trattative. Una situazione gravissima ed ingiustificabile che va presto sanata”. Lo dichiara il segretario generale Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, riferendosi allo sciopero nazionale del comparto della sanità privata italiana.
“100mila lavoratori del settore, gli stessi che ieri venivano chiamati eroi per il loro sacrificio durante l’emergenza covid-19, oggi sono in scacco delle centrali datoriali che, per dissidi interni che nulla hanno a che fare con il merito della trattativa: prima ratificano la pre-intesa e poi fuggono dal confronto. Una situazione vergognosa e che non ha precedenti, soprattutto se consideriamo che in numerose Regioni d’Italia tante aziende stanno decidendo di applicare il CCNL, scavalcando di fatto il ruolo di mediazione delle centrali datoriali”, specifica.
“Non è ammissibile – prosegue -, dopo le rassicurazioni ricevute e il sostegno decisivo delle Regioni e del Ministero della Salute, che Aris ed Aiop si tirino indietro o cerchino di cambiare le carte in tavola, nella speranza magari di riaprire il confronto. Pretendiamo che il contratto sia definitivamente siglato prima di ottobre e che si proceda immediatamente all’erogazione degli istituti normo-economici per i quali abbiamo trovato un accordo nel giugno scorso”, che, nello specifico, riguardano: “la parificazione del tabellare pubblico-privato, una tantum esentasse, revisione complessiva di innumerevoli istituti contrattuali che erano fermi al palo da 14 anni”.
“Domani sciopereremo per chiedere che queste innovazioni, a fatica conquistate sul tavolo di trattative, vengano immediatamente riconosciute e ci attendiamo, a tal fine, un intervento deciso anche da parte di Confindustria”, conclude Petriccioli.
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