Home » Covid-19, report monitoraggio Regioni: periodo dal 13 al 19 Luglio 2020

Dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità il risultato del monitoraggio degli indicatori per la Fase 2 relativi alla settimana tra il 13 e il 19 luglio 2020.

Il commento del Prof. Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.


Roma, 24 Luglio 2020

L’incidenza dei nuovi casi di Covid-19 è stabile rispetto alla scorsa settimana e l’Rt a livello nazionale è di poco inferiore a 1. Persistono diversi focolai di ampiezza variabile in quasi tutte le regioni italiane e molti di questi sono causati da persone che provengono da Paesi ad alta incidenza, il ché rende la situazione in alcune regioni peggiore rispetto a quella di altri. E’ per questo necessario continuare a tenere dei comportamenti prudenti quindi distanziamento sociale, uso di mascherine, igiene personale e sottoporsi a misure quarantenarie nel caso in cui si provenga da paesi ad alta incidenza“. Lo afferma il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, commentando i dati del monitoraggio sullo stato epidemiologico nelle regioni d’Italia.

 

Punti chiave:

• Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 13 – 19 luglio 2020, successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero prevalentemente a fine giugno – inizio luglio. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.

Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 gg (periodo 6/7-19/7) di 4.6 per 100 000 abitanti (stabile rispetto al periodo 29/6-5/7). A livello nazionale, si osserva una leggera diminuzione nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale = 0.95, sebbene sia maggiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza maggiore. Questo indica che la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane.

L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è ormai intorno ai 40 anni; questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse. Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari.

In quasi tutte le Regioni/PPAA sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune Regioni/PPAA. Tale riscontro in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine. Questo evidenzia come ancora l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa. Si segnala in alcune Regioni/PA la presenza di nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato Estero. Si conferma perciò una situazione epidemiologica estremamente fluida.

Nove Regioni/PPAA hanno avuto un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati. Va tuttavia precisato che in alcune di queste Regioni/PPAA, seppure in aumento, il numero complessivo dei nuovi casi diagnosticati è molto basso (inferiore a 10 casi diagnosticati a settimana o con incidenza settimanale inferiore a 1/100.000). In nessuna di queste Regioni/PPAA sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono prontamente identificati ed indagati.

• Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni/PPAA in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime superiori ad 1 in sei Regioni dove si sono verificati recenti focolai. Persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali. Seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante.

 

Conclusioni:

Sebbene le misure di lock-down in Italia abbiano permesso un controllo efficace dell’infezione da SARS-CoV-2, al momento siamo in una situazione di trasmissione stazionaria a livello nazionale in cui persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, talvolta associati all’importazione di casi da Stati esteri.

• Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto. Questo avviene grazie alle attività di testing-tracking-tracing che permettono di interrompere potenziali catene di trasmissione sul nascere. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione.

Non sorprende pertanto osservare un numero ridotto di casi che richiedono ospedalizzazione in quanto, per le caratteristiche della malattia COVID-19, solo una piccola proporzione del totale delle persone che contraggono il virus SARS-CoV-2 sviluppano quadri clinici più gravi.
Questo risultato, atteso in base alla strategia adottata nella fase di transizione, permette di gestire la presenza del virus sul territorio, in condizioni di riapertura, senza sovraccaricare i servizi assistenziali.

• La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente ad infezioni avvenute alla fine di giugno 2020, è complessivamente positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA.

• È necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche.

• È essenziale mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracking-tracing in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia. Per questo rimane fondamentale mantenere una elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico.

Si ribadisce la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari sia per le persone che rientrano da paesi per ii quali è prevista la quarantena e sia a seguito di richiesta dell’autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso. In caso contrario, nelle prossime settimane, potremmo assistere ad una inversione di tendenza con aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale.

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