Home » Ematologia: immunoterapia speranza per pazienti affetti da tumore recidivante e resistente
L’immunoterapia è una speranza di vita per tutti quei pazienti affetti da un tumore ematologico recidivante e resistente. Esperti provenienti da tutta Italia si sono confrontati sul tema  durante la due giorni svoltasi all’Ordine dei Medici di Palermo dal titolo “Attualità e prospettive in Ematologia” 

L’immunoterapia costituisce oggi una speranza per tutti quei pazienti affetti da neoplasie ematologiche recidivanti e resistenti. Pazienti per i quali le terapie convenzionali non hanno avuto esiti soddisfacenti ma che attraverso le terapie immunitarie riescono ad aumentare la speranza di vita. Di questa evoluzione si è parlato durante la due giorni, tenutasi presso l’Ordine dei medici di Palermo, dal titolo “Attualità e prospettive in ematologia” dove esperti, provenienti da tutta Italia, hanno avuto modo di confrontarsi e condividere le esperienze. Evento, con provider e segreteria organizzativa a cura di Biba Group, molto partecipato e che pone le basi per incontri futuri. “L’immunoterapia è stata sempre l’obiettivo da raggiungere. – spiega l’onco-ematologo Maurizio Musso, responsabile scientifico della due giorni – Oggi possiamo affermare che per una buona percentuale di pazienti affetti da malattie oncologiche ematologiche si può praticare una terapia “chemio-free”, ovvero senza utilizzo di quei farmaci che si sono dimostrati nel passato validi ma che oggi sono stati soppiantati dall’utilizzo di farmaci immunoterapici”. 

Il ricorso a queste terapie innovative, che agiscono sul sistema immunitario del paziente stimolandolo ad agire contro le cellule tumorali, va ridimensionato e contestualizzato: “L’immunoterapia nasce come soluzione valida per tutti quei pazienti che hanno avuto una risposta deludente ai comuni trattamenti. – sottolinea Musso – Le ormai note CAR-T, cioè cellule T ingegnerizzate nel paziente che vengono reinfuse, oggi possono essere applicate in pazienti affetti da linfomi recidivanti e resistenti o da mieloma multiplo, altra malattia oncologica che tormenta i nostri pazienti. La risposta alla cura è veramente sorprendente: se guardiamo un po’ i risultati dei pazienti che hanno utilizzato le CAR-T, per esempio nei linfomi diffusi a grandi cellule recidivanti o refrattari, abbiamo una sopravvivenza pari a 5 anni nel 60% dei casi. Se l’applicazione di questa tecnica viene rivolta al mieloma multiplo i dati sono ancora più soddisfacenti. Assieme alle CAR-T oggi possiamo utilizzare anche altri anticorpi, i cosiddetti bispecifici, utili sempre per i pazienti con una malattia recidivante o che non risponde ad alcuni trattamenti”. 

La due giorni è stata dunque fondamentale per rispondere alla necessità di un continuo aggiornamento degli “addetti ai lavori” in modo da assicurare ed uniformare diagnosi e terapie a standard nazionali ed internazionali di cura.

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