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Il Servizio sanitario nazionale è prossimo al collasso. Definanziamento, chiusure di ospedali e reparti, tagli al personale, ai posti letto e ai servizi. I giovani non vogliono più lavorare nella sanità pubblica. A Catania la manifestazione di medici, sanitari e cittadini.

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE AL COLLASSO

Oltre un decennio di definanziamento, di chiusure di ospedali e reparti, di tagli indiscriminati al personale, ai posti letto e ai servizi, sta portando il Servizio Sanitario Nazionale al collasso. 

Le condizioni di lavoro negli ospedali sono insostenibili e incentivano una fuga ormai inarrestabile del personale sanitario verso le strutture private. Fuga che crea inevitabilmente dei vuoti di organico che non si riescono a colmare poiché i giovani non vogliono più lavorare nella sanità pubblica, e le conseguenze ricadono sui pazienti costretti ad attese infinite per qualsiasi prestazione.

LA MANIFESTAZIONE A CATANIA

Il rischio che la sanità pubblica fallisca, quindi, è un problema che tocca da vicino sia il personale sanitario che i cittadini. Per questo i sindacati dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, insieme alle associazioni di pazienti e di cittadini, hanno manifestato, contemporaneamente in 21 città in tutta Italia, a Catania, si sono riuniti in Piazza Università, per chiedere di salvare il Servizio Sanitario Nazionale.

LE RICHIESTE DEI SINDACATI

«Chiediamo un aumento degli investimenti in sanità e l’eliminazione dell’anacronistico tetto di spesa per il personale che, fermo al 2004, impedisce le assunzioni – dichiarano i segretari e i presidenti regionali dell’intersindacale della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria, che riunisce le sigle:

• ANAAO ASSOMED
• CIMO-FESMED
• AAROI-EMAC
• FASSID
• FP CGIL Medici e dirigenti SSN
• FVM
• UIL FPL Coordinamento delle aree contrattuali medica, veterinaria, sanitaria
•  CISL Medici

«E soprattutto chiediamo un contratto collettivo nazionale che migliori radicalmente le condizioni di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari. La trattativa per il rinnovo del CCNL del triennio 2019-2021 è in corso, e stanno emergendo proposte inaccettabili: dai servizi e la pronta disponibilità da prestare in più presidi, spesso distanti decine di chilometri, ai direttori di reparto sostituiti da medici con una specializzazione diversa. Non è così che si rende il Servizio sanitario nazionale attrattivo per i giovani, e non è così che si frena la fuga dei medici dagli ospedali pubblici».

«Se non si migliorano le condizioni di lavoro – concludono i rappresentanti della dirigenza sanitaria della regione Sicilia – negli ospedali pubblici non lavorerà più nessuno, e i cittadini saranno costretti a pagare per essere curati e assistiti. Dinanzi alle politiche degli ultimi anni, portate avanti da partiti di ogni colore, sorge il dubbio che il fine ultimo sia proprio questo: far fallire la sanità pubblica ed incentivare quella privata. Un progetto che sanitari e cittadini devono contrastare, insieme». 

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