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Chemioterapia: quali sono gli effetti collaterali?

La chemioterapia può causare effetti collaterali, che variano da paziente a paziente, a seconda del tipo di trattamento scelto. Vediamo di cosa si tratta.

Oggi esistono più di 100 farmaci chemioterapici antitumorali. Il medico sceglie il farmaco in base alla tipologia di tumore, alla sua estensione, alla stadio della patologia al momento della diagnosi e alle caratteristiche del paziente.

I chemioterapici, il cui utilizzo contro il cancro è iniziato negli anni ’50 del secolo scorso, contrastano il tumore in diversi modi:

eliminando le cellule cancerose
rallentando la crescita della malattia
evitando la diffusione di metastasi e alleviando il dolore causato dalla massa tumorale.

Per aumentarne l’efficacia, spesso si utilizza una chemioterapia combinata basata sull’uso di più antitumorali. Alcune cellule del nostro corpo hanno una caratteristica in comune con le cellule tumorali, la capacità di crescere molto rapidamente, come ad esempio, le cellule che rivestono: la bocca, lo stomaco e l’intestino, le cellule del sangue, dei follicoli piliferi, quelle degli organi riproduttivi.

Proprio per questo i farmaci chemioterapici, impedendo alle cellule di moltiplicarsi, possono distruggere anche questa tipologia di cellule con altrettanta rapidità.

EFFETTI COLLATERALI

In questo hanno origine i danni collaterali della chemioterapia, i cui principali effetti sono:

Perdita di capelli
Anemia
Stanchezza
Nausea
Vomito
Diarrea
Problemi alla circolazione e formicolii a mani e piedi
Mucosite
Infezioni
La formazione di lividi o piccole emorragie
I problemi di tipo cognitivo o “chemo brain

Quella che potrebbe essere una buona notizia per i pazienti oncologici è che la maggior parte di questi effetti cessa con la fine della terapia, in poche occasioni dura per settimane, mesi o resta permanente. A volte ci sono pazienti che non sviluppano nessun effetto collaterale.

TERAPIE

C’è anche da dire che sempre più di frequente la chemioterapia è associata a terapie “intelligenti”, come quelle che puntano a uno specifico bersaglio molecolare, oppure a terapia ormonale o immunoterapia, consentendo la possibilità di ridurre i danni al minimo o addirittura prevenirli attraverso uno stretto monitoraggio medico e l’adozione di comportamenti adeguati.

La comunicazione di ogni malessere o disfunzione da parte del paziente è indispensabile a intervenire tempestivamente, arginando quelli più gravi o quelli che potrebbero rivelarsi permanenti.

LA GESTIONE DEGLI EFFETTI COLLATERALI

Tra i primi effetti collaterali a comparire c’è la perdita dei capelli: in alcuni casi si presenta dopo i primi trattamenti, ma entro poche settimane dal termine della cura i capelli iniziano a ricrescere.

Anche alcuni effetti sul sistema digerente, come costipazione e diarrea tendono a risolversi dopo la cessazione del trattamento. I tempi di ripresa variano da persona a persona e dipendono da vari fattori, come lo stato generale di salute e il tipo di farmaco usato.

La sensazione di stanchezza che segue la seduta di chemioterapia può essere particolarmente intensa nelle 36-48 ore, poi tende a scomparire.

Nel caso di potenziali danni ai nervi, la combinazione di antidolorifici o anticonvulsivanti, con supplementi vitaminici si è dimostrata efficace.

Contro la mucosite, invece, l’infiammazione della mucosa del cavo orale che può espandersi alla mucosa del tratto gastrointestinale, può essere utilizzato il miele. Deve essere trattenuto nel cavo orale per qualche secondo, ruotandolo con la lingua e solo successivamente ingerito. Questo processo è da ripetersi prima, dopo e a distanza di qualche ora dal trattamento.

In questi anni si sono sviluppati studi che stanno cercando di mettere a punto test per prevedere quali pazienti potranno trarre beneficio dalla chemioterapia e quali no, risparmiando inutili effetti collaterali a chi non ne avrebbe alcun vantaggio.

CRONOTERAPIA

Un’altra novità riguarda la cosiddetta cronoterapia ovvero la terapia secondo la quale l’effetto cambia in base al momento di somministrazione della chemioterapia sul paziente.

Un articolo pubblicato nel 2017 sull'”International Journal of Molecular Sciences” spiega per esempio che somministrare i farmaci chemioterapici in tempi precisi della giornata ha già aiutato a migliorare la tollerabilità del trattamento e la sua efficacia contro la malattia. Altri studi sull’argomento sono in corso.

di Melania Sorbera

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