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La magnetoterapia funziona davvero?

La magnetoterapia è una pratica alternativa alla medicina ufficiale secondo cui con l’azione dei campi magnetici si possono trattare alcune patologie. Vediamo di cosa si tratta.

Il presupposto della magnetoterapia è l’idea che l’esposizione del corpo umano a onde elettromagnetiche abbia effetti terapeutici. La medicina ufficiale la reputa una pratica priva di fondamento scientifico ma chi la usa si ritiene soddisfatto del trattamento.

 

COSA SI PUÒ TRATTARE CON LA MAGNETOTERAPIA?

Tra le condizioni di salute che i promotori della magnetoterapia, tra cui molti fisiatri, ritengono di poter trattare vi sono:

fratture ossee accelerandone la guarigione
osteoporosi
dolori articolari
dolori muscolari
artrosi
artrite reumatoide
algodistrofia
lesioni della cartilagine
fibromialgia

 

COME FUNZIONA IL TRATTAMENTO?

Per capire come funziona il trattamento bisogna partire dall’azione delle cellule. Molte cellule sono composte allo stesso modo, non tutte ma la maggioranza di loro ha gli stessi componenti, ossia: una membrana esterna, un nucleo interno e il citoplasma.

Tutte le parti registrano un’attività elettrica di cui è possibile misurare la tensione. Ad esempio tra il nucleo interno e la membrana esterna delle cellule nervose sane c’è una differenza di carica elettrica di 90 millivolt, che in altre cellule è di circa 70 millivolt. Quando le cellule invecchiano, si ammalano, a causa di infezioni, traumi o altro, perdono le loro riserve di energia, se una cellula sana presenta una tensione di 70 millivolt, infatti, una cellula malata avrà una tensione inferiore.

Quando nelle cellule la tensione elettrica diminuisce il corpo si infiamma, compare il dolore alle ossa, alle articolazioni e alla schiena, le ferite tardano a guarire. Se la tensione scende sotto i 30 millivolt, si verifica la morte stessa della cellula. Una delle peculiarità delle nostre cellule è quella di riuscire a generare un campo elettromagnetico in risposta ad uno stimolo meccanico.

Lo scopo della magnetoterapia sarebbe quello di utilizzare le cellule prive di energia elettrica vitale per stimolare la rigenerazione dei tessuti. Gli effetti a livello cellulare sarebbero, appunto il  ripristino del potenziale della cellula a riposo, l’interazione con il ferro dell’emoglobina sanguigna, un punto molto criticato dalla medicina tradizionale e, infine, il miglioramento della circolazione sanguigna.

 

BASSA E ALTA FREQUENZA

I magneti per la magnetoterapia possono creare campi magnetici di due diverse tipologie: a bassa frequenza, tra i 5 e i 100 Hz o ad alta frequenza, tra i 18 e i 900 MHz.

La bassa frequenza sarebbe utile quando:
occorre favorire l’assimilazione del calcio, per rinforzare l’apparato scheletrico e proteggerlo da problemi come l’osteoporosi;
stimolare la calcificazione ossea, accelerare i tempi di guarigione da una frattura ossea.

L’alta frequenza sarebbe utile per:
favorire la circolazione sanguigna;
ridurre gli stati infiammatori, allo scopo finale di alleviare la sensazione dolorosa.

 

CONTROINDICAZIONI

La pratica è controindicata ai portatori di un pacemaker e alle donne incinte. Effetti negativi non ne ha in quanto sostanzialmente è una pratica indolore e sicura.

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