La terapia antalgica o terapia del dolore. Per quali patologie è prevista e chi vi può accedere? Ne parliamo a Prima Pagina Salute con Francesca Timpone, Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Terapia del Dolore, ospedale di Partinico.
TERAPIA ANTALGICA O DEL DOLORE COS’E?
La terapia antalgica o terapia del dolore è una branca dell’anestesia che si occupa della cura del dolore. Sebbene storicamente gli anestesisti si siano occupati della del dolore. Oggi esistono molte figure professionali che accedono a questo percorso formativo attraverso corsi di specializzazione e master.
La terapia del dolore si riferisce all’insieme di cure volte a trattare qualsiasi tipo di dolore. È importante fare un distinguo tra la terapia del dolore e le cure palliative perché spesso si tende a confondere le due.
Le cure palliative sono una parte della terapia del dolore, rivolte prevalentemente a malati oncologici e terminali. La terapia del dolore, invece, si occupa del trattamento di tutte le patologie dolorose, comprese quelle non oncologiche.
Le patologie che possono essere ricomprese all’interno della terapia antalgica sono molte. La patologia oncologica, attraverso la rete delle cure palliative, è una delle patologie più frequenti. Altre patologie dolorose includono la degenerazione osteo-articolare, come l’artrosi delle grandi articolazioni, le discopatie, le lombalgie e le lombosciatalgie.
Ci sono anche patologie dolorose meno conosciute come le cefalee, la nevralgia del trigemino e la fibromialgia, una patologia emergente della nostra società che colpisce prevalentemente le donne in giovane età. Purtroppo, i pazienti affetti da fibromialgia spesso affrontano un percorso di cura complesso e difficile, che richiede numerose consulenze da uno specialista all’altro.
ESISTONO DIVERSE TIPOLOGIE DI TERAPIA DEL DOLORE?
La risposta è sì, esistono diverse tipologie di terapia antalgica in base all’approccio utilizzato.
La terapia del dolore è organizzata in vari step, in linea con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli step iniziali sono solitamente di tipo farmacologico, sequenziali e personalizzati in base all’entità della patologia dolorosa.
Oltre alla terapia farmacologica, esistono anche approcci non farmacologici come la terapia infiltrativa. Questa può essere sia specifica, come ad esempio l’infiltrazione per riarticolare o per controllare un processo infiammatorio all’interno dell’articolazione, sia mirata alla supplementazione con l’utilizzo degli acidi ialuronici.
Alcune forme più invasive di terapia antalgica includono la neuromodulazione con le radiofrequenze, la neurostimolazione e la neuro lisi. Queste ultime forme di terapia sono mirate a colpire le strutture nervose responsabili della genesi e della trasmissione dello stimolo doloroso dalla periferia al sistema nervoso centrale.
È importante sottolineare che la scelta del trattamento più adatto dipende dalla patologia dolorosa e dalle esigenze del paziente. Pertanto, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista specializzato nella terapia del dolore per individuare il trattamento più efficace.
L’ACCESSO ALLE CURE PER LA TERAPIA È UGUALE PER TUTTI?
La maggior parte delle persone non conosce i loro diritti per quanto riguarda l’accesso a queste cure. La Legge 38 del 15 marzo 2010, sancisce la tutela della dignità della persona nell’accesso alle cure per il dolore, garantendo l’uguaglianza dell’accesso alle cure per tutti, indipendentemente dal loro ceto sociale.
La Legge 38 del 2010 organizza le terapie del dolore in due grandi reti, ovvero la rete delle cure palliative e la rete della terapia del dolore cronico. Il dolore acuto, che è transitorio nel tempo, va trattato adeguatamente. Ma il dolore cronico, che ha una durata prolungata e persistente, diventa una vera e propria malattia. Pertanto, diventa importante impostare un percorso diagnostico e terapeutico che possa accompagnare il paziente nelle varie fasi della sua vita.
La Legge 38 del 2010 garantisce altresì l’accesso alle cure del dolore in maniera del tutto gratuita attraverso il sistema sanitario nazionale. Chiunque può accedere alle cure, grazie ad una richiesta del proprio medico curante. Questo concetto di uguaglianza della persona, indipendentemente dal ceto sociale, permette a chiunque di avere un accesso equo alle cure. Tuttavia, purtroppo, molte persone non conoscono i loro diritti riguardo all’accesso alle cure del dolore e questo rappresenta un problema importante.
APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
La figura del terapista del dolore racchiude in sé molti aspetti che non sono esclusivamente medici ma che guardano alla persona nella sua totalità. Non solo viene somministrata una terapia, ma si correggono anche gli eventuali stili di vita errati e si impone una dieta corretta. Inoltre, viene impostato un programma di attività fisica e si valutano gli aspetti psicologici e sociali della persona, al fine di migliorare la sua qualità di vita sotto tutti i profili.
Per accedere al servizio di terapia del dolore, è il medico di famiglia a consigliare l’accesso ad un percorso di terapia del dolore. Tuttavia, la diagnosi deve essere ben precisa per poter impostare la giusta terapia, quindi è importante prenotare una visita nell’ambulatorio di terapia del dolore una volta ottenuta la diagnosi.
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