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Covid: Federanziani chiede accesso a monoclonali per i fragili

La profilassi pre-esposizione riduce rischio. Via al tour informativo

25 maggio 2022

Non ci devono essere differenze territoriali nell’accesso alla profilassi pre-esposizione al Covid indicata per i soggetti particolarmente fragili con la combinazione di anticorpi monoclonali in grado di ridurre dell’83% il rischio di sviluppare la malattia in forma sintomatica, con una protezione che continua per almeno sei mesi dopo una sola dose. Si fa riferimento a persone, in particolare quelle con sistema immunitario compromesso, che potrebbero non sviluppare una risposta adeguata ai vaccini contro il virus“.

A chiederlo è Senior Italia FederAnziani che, in collaborazione con AstraZeneca, ha presentato nei giorni scorsi al Senato, in un convegno nazionale, l’iniziativa di sensibilizzazione ‘Covid-19, preveniamolo nei più fragili’, che prevede un tour in 10 Regioni nell’ambito del quale interverranno tutti gli attori coinvolti nella gestione delle persone fragili, inclusi gli assessori regionali.

In Italia, dallo scorso febbraio, è disponibile la combinazione di anticorpi monoclonali a lunga emivita ma, afferma l’organizzazione, “si riscontrano differenze regionali nell’accesso dei pazienti a questo trattamento di profilassi pre-esposizione al virus“. Sono “diversi i gruppi di popolazione che rimangono infatti a rischio di Covid-19, perché non possono vaccinarsi oppure perché immunocompromessi e, quindi, non in grado di sviluppare una risposta immunitaria adeguata dopo la vaccinazione. Si tratta, in particolare, dei pazienti trapiantati, affetti da patologie onco-ematologiche, in trattamento chemioterapico attivo“, spiega Giovanni Di Perri, Professore ordinario di Malattie Infettive all’Università di Torino. I due anticorpi “sono stati ottimizzati per estenderne la durata d’azione rispetto ai monoclonali convenzionali“, sottolinea Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma. In questi pazienti fragili, avverte Saverio Cinieri, presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), “è necessario poter garantire una protezione supplementare al vaccino, anche considerando le basse percentuali di adesione alla quarta dose“.

È inoltre “incoraggiante che la combinazione di anticorpi abbia dimostrato di essere efficace e di neutralizzare anche il sottolignaggio BA.2 della variante omicron, molto contagioso“, conclude Francesco Cognetti, Presidente di FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi).

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