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Covid-19: continua l’uso obbligatorio delle mascherine in alcuni contesti. Sono veramente efficaci contro la variante Omicron?

In Italia, le mascherine di tipo chirurgico o di protezione maggiore, sono obbligatorie in molti contesti ma sono ancora efficaci contro la variante Omicron del Covid-19?

Di Melania Sorbera

Fino a metà giugno resterà l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2 sui mezzi di trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, ad eccezione delle funivie, così come all’interno dei cinema, nei teatri, nei locali di intrattenimento e musica dal vivo, negli stadi oltre che in occasione di tutti gli eventi e competizioni sportive al chiuso. Tutti luoghi dove il distanziamento non può essere garantito. Nelle scuole – dove in questi giorni si discute sulla necessità di tenere l’obbligo del loro utilizzo fino alla fine delle lezioni, tra meno di un mese – devono essere indossate dagli studenti, dai professori, dal personale scolastico e da quello esterno: fornitori, cuochi, genitori che entrano negli istituti scolastici di tutta Italia. Sono esclusi dall’obbligo i bambini sotto i 6 anni e quelli di 6 anni che frequentano ancora la scuola dell’infanzia. Non c’è nessun obbligo, lo ricordiamo, per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso delle mascherine ma le mascherine, Ffp2 o chirurgiche, ci difendono davvero dal covid-19 e in particolare dalla variante Omicron altamente contagiosa?

Lungi dall’esserci ancora dubbi la risposta è sì, così come confermano numerosi studi, anche recenti. Secondo quanto scoperto dai ricercatori di uno studio internazionale pubblicato sul “Journal of The Royal Interface” le mascherine chirurgiche e ancora più le Ffp2 renderebbero il rischio di contagio praticamente nullo, a diverse distanze, anche se si sta parlando, tossendo o starnutendo. Le simulazioni hanno rilevato che quando si parla le goccioline emesse dall’apparato respiratorio, se non fossero bloccate dalle mascherine, potrebbero raggiungere oltre un metro di distanza, fino a 3 metri se emesse da una persona che tossisce e fino a 7 metri se emesse da una persona che starnutisce. Un colpo di tosse con carica virale media comporterebbe un alto rischio di contagio, per chi si trova entro i 2 metri di distanza dall’infetto, in un ambiente mediamente umido. Le Ffp2 filtrano in media il 94%, tra il 92% e il 98%, di tutti gli aerosol, compresi i virus come il Covid-19, essendo usa e getta però dovrebbero essere indossate solo per 8 ore. Sono composte da strati di diversi tessuti, tra i quali si colloca un filtro in polipropilene capace di intrappolare anche le più piccole particelle sospese nell’aria. Rispetto alle mascherine chirurgiche, che trattengono solo le particelle più grandi di aerosol, sono più performanti, le Ffp3 lo sono ancora di più. In un studio pubblicato a dicembre dal “Max Planck Institute”, un’organizzazione di ricerca tedesca ha spiegato che se si prendono due persone che distano l’una dall’altra 3 metri, una non vaccinata e l’altra positiva al Covid, in meno di cinque minuti la persona senza vaccino verrà infettata con quasi il 100% di certezza. Se le stesse persone indossano in modo corretto le maschere Ffp2 il rischio di contrarre il virus si riduce allo 0,1%. Un altro recente studio pubblicato su “Jama Interna Medicine” ha messo a confronto le capacità di filtraggio di diversi tipi di mascherine, scoprendo che quelle di stoffa o chirurgiche hanno un’efficienza nel contenere le particelle virali variabile tra il 26% e il 79% mentre le Ffp2 hanno una capacità di filtraggio del 98,4%.

Le mascherine efficaci contro la variante Omicron

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