Secondo il rapporto Eurispes 2017 oltre un italiano su 5, il 21,2% della popolazione, fa uso di medicinali non convenzionali, con un +6,7% rispetto al 2012 e l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa.
Di Melania Sorbera
Cosa si intende con il termine “medicina alternativa”? Con questa espressione si intende quel complesso di pratiche terapeutiche che sfuggendo alla definizione di metodo scientifico, non sono accolte dalla medicina ufficiale e si pongono come alternativa a quest’ultima. Per alcuni studiosi è impreciso parlare di medicina alternativa, specie facendo riferimento ad alcune di queste pratiche sarebbe più corretto definirle “complementari” alla medicina convenzionale di natura allopatica, contraria, contrariis, curantur, i contrari si curano con i contrari, per cui secondo la medicina convenzionale la malattia deve essere curata con un agente terapico che la contrasti. Viene chiamata anche “medicina naturale” oppure “medicina olistica” perché considera corpo e mente un tutto unitario. Dalla ricerca dell’Eurispes l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa con il 76,1% del campione intervistato, 1.084 persone, che ne fa uso. La fitoterapia si colloca al secondo posto, 58,7%, seguono l’osteopatia nel 44,8% dei casi, l’agopuntura, il 29,6% e la chiropratica 20,4%. Nella definizione rientrano anche l’aromaterapia, la digitopressione, l’idroterapia, l’iridologia, la riflessologia, i rimedi di “Bach” e la fitoterapia, anche se quest’ultima è riconducibile alla medicina ufficiale in quanto si basa su parametri diagnostici tipici dell’Evidence Based Medicine.
Sono pratiche molto diffuse, sia perché consentono ai pazienti – che soffrono di malattie o di disturbi che la medicina scientifica non riesce a vincere – di tentare nuove vie terapeutiche, sia perché offrono rimedi, appunto, “alternativi” di cura. Le nuove generazioni sono più aperte rispetto alle altre all’uso dei farmaci non convenzionali. Sempre secondo il rapporto Eurispes: oltre un quarto dei soggetti dai 18 ai 44 anni ne fa uso, a fronte del 21,6% dei 45-64enni e del più modesto 11,4% degli over65. Le donne scelgono più spesso i metodi alternativi: lo fa il 24,9%, esattamente una su 4, a fronte del 17,6% degli uomini.
Perché la medicina ufficiale non la riconosce? Perché non hanno carattere scientifico. Questo non esclude che possano ottenere successi. L’ambito di intervento della medicina naturale non ha praticamente limiti definiti. Va soprattutto tenuto conto che, mentre la medicina ortodossa rappresenta sicuramente la scelta migliore per malattie acute o gravi, quella naturale trova il suo campo d’intervento in tutta l’area di disturbi non legati a dimostrate alterazioni organiche.
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