Home » Ospedale di Circolo: la gestione dei grandi traumi e delle urgenze neurochirurgiche durante la ‘seconda ondata’

Prof. Luca Cabrini e Dott. Giuliano Zocchi: “Anche in questa seconda ondata tutti i pazienti in condizioni di emergenza sono stati accolti e assistiti nelle nostre strutture. Questo vale anche per i pazienti Covid intensivi: nessuno è mai stato intubato e trasferito altrove per mancanza di posto letto”.


Varese, 27 Novembre 2020

Dal 12 ottobre, durante questa seconda ondata epidemica, per 49 volte la Soreu dei Laghi ha allertato il Pronto Soccorso affinché attivasse il trauma Team dell’Ospedale di Circolo.

E per 49 volte Anestesista, Chirurgo e Medico di Pronto Soccorso si sono preparati ad accogliere l’arrivo di un potenziale politrauma.

Ma questo numero non equivale in alcun modo ai pazienti effettivamente ricoverati nelle terapie intensive varesine per un grave trauma. Da un lato, infatti, può capitare che un paziente giunto in Pronto Soccorso come ‘trauma maggiore’ riveli poi un bilancio lesionale meno grave, per un fisiologico fenomeno di overtriage, ovvero di sovrastima prudenziale.

Soprattutto, però, accade che altri pazienti valutati in Pronto Soccorso risultino quali traumi maggiori, rendendo necessaria comunque l’attivazione del trauma team e il successivo ricovero in una terapia intensiva o in un altro reparto.

Ed ecco che il totale dei pazienti ricoverati in Ospedale (non solo in terapia intensiva) per trauma dal 12 ottobre sale a 127.

I pazienti che giungono per Trauma o urgenza neurochirurgiche sono, salvo rari casi, privi del dato di positività o negatività per affezione da SARS-CoV-2, ragione per cui vengono ricoverati in apposite aree ‘grigie’ fino all’esito del tampone.

Nel caso delle Terapie Intensive, queste zone ‘grigie’ sono costituite da box isolati dal resto dei pazienti, dove i soggetti in attesa di tampone vengono trattati come potenziali positivi (e riscontri occasionali di positività al SARS-CoV-2 in pazienti entrati per problematiche di tipo traumatico o neurochirurgico ci sono stati) e successivamente trasferiti nei reparti di competenza se clinicamente stabili o trasferiti in TIP (Terapia Intensiva Polivalente).

Nei Box isolati (in totale 4 che si trovano nelle Terapie Intensive generale e Neurochirurgica) sono transitati 50 pazienti nel periodo considerato. 31 di questi sono stati trasferiti in TIP, gli altri nei reparti ordinari e alcuni nei reparti Covid perché positivi.

La TIP, che gestisce solo pazienti negativi, ha accolto i 31 pazienti dai box delle altre Terapie intensive, più 90 pazienti provenienti da altri reparti per interventi urgenti diversi da traumi o urgenze neurochirurgiche con tampone negativo, per un totale di 121 pazienti trattati in circa 40 giorni.

La Terapia Intensiva Generale, invece, nello stesso periodo ha assistito 87 pazienti, di cui 42 (il 50%) con patologie diverse dalla polmonite interstiziale (ad esempio occlusioni intestinali, shock settici, problemi cardiaci, etc) con concomitante riscontro di positività al tampone di sorveglianza e il restante 50% con polmonite da SARS-CoV-2.

In percentuale minore, anche la Terapia Intensiva Neurochirurgica e la Terapia Intensiva Cardiochirurgica hanno assistito anche pazienti Covid+ che non presentavano polmonite interstiziale, mentre la Terapia Intensiva allestita nel blocco operatorio ha curato al 100% pazienti con polmonite interstiziale da SARS-CoV-2.

Anche in questa seconda ondata tutti i pazienti in condizioni di emergenza sono stati accolti e assistiti nelle nostre strutture – tengono a sottolineare il Prof. Luca Cabrini e il Dott. Giuliano Zocchi, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione generale e neurochirurgica il primo e Responsabile del Trauma Center il secondo – E questo vale, come già accaduto in primavera, anche per i pazienti covid intensivi: nessuno è mai stato intubato e trasferito altrove per mancanza di posto letto“.

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